Covid o non Covid, le carceri del Lazio restano sempre sovraffollate. E’ quanto emerge dai dati del Garante regionale dei Detenuti, da cui si evince che al 30 giugno sui 4.579 posti disponibili nei 14 istituti penitenziari del territorio la popolazione detenuta è pari a 5.762 persone (2.233 stranieri) e anche con il picco minimo di 5.689 (registrato a maggio) si era comunque sopra la soglia massima. Tranne le case circondariali di Paliano, Civitavecchia Passerini, Rebibbia, Rebibbia Terza Casa e Frosinone (anche se di misura, 486 detenuti per 488 posti), in tutte le altre ci sono più carcerati che letti effettivamente disponibili. Con alcuni picchi significativi resi noti dal Garante dei Detenuti del Lazio, Stefano Anastasia: “Sono stato nel carcere di Latina un mese fa e ha un sovraffollamento del doppio della sua capacità. E’ pensato per 70 detenuti e ce ne sono 150. Due giorni fa sono stato a Regina Coeli ed è di nuovo ai livelli preCovid, ha più di 1000 detenuti quando ne può tenere 600. Immaginate quali condizioni di sicurezza sanitaria possano esserci e anche quelle di prevenzione, come il famoso distanziamento. E in questa situazione e’ difficile spiegare ai detenuti perché ci sono tutte quelle cautele, ad esempio nei colloqui con i familiari, e poi in cella stanno in 5 o 6. Dieci giorni fa sono stato a Cassino e in stanze di 16 mq ci sono 7 persone, quando sono state progettate per 3. Quale distanziamento può esserci?”.(SEGUE)
16/07/2020