Nelle carceri del Lazio arrivano gli sportelli per i diritti dei detenuti. Il garante regionale Stefano Anastasia, insieme al vicepresidente del Consiglio regionale, Giuseppe Cangemi, e al provveditore all’amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, Carmelo Cantone, ha presentato nella sede dell’Assemblea regionale quello che ha definito “un progetto di integrazione tra Garante, Università e associazioni qualificate per il rafforzamento degli strumenti di tutela dei diritti dei detenuti”.
Da tempo negli Istituti penitenziari del Lazio “sono presenti qualificate esperienze associative per la tutela dei diritti dei detenuti e più di recente si sono andate diffondendo le cosiddette ‘Cliniche legali penitenziarie’, che affiancano un’attività didattica sul campo, offerta agli studenti dei corsi universitari in materie giuridiche, al sostegno informativo ai detenuti- ha spiegato Anastasia- Il progetto degli sportelli per i diritti promossi dal mio ufficio vuole mettere in rete le esperienze esistenti e promuoverne dove ancora non ci sono, per estendere e qualificare il sostegno alle persone detenute nel riconoscimento dei diritti garantiti dell’ordinamento penitenziario, dalle leggi e dalle politiche regionali”. Attualmente sono già attivi sportelli nelle carceri di Regina Coeli, Rebibbia Femminile e Cassino “ma non a Rieti, Rebibbia Penale, Civitavecchia e Frosinone- ha aggiunto Anastasia- Con questo progetto metteremmo in rete esperienze vecchie e nuove e consentirà al Garante di avere una presenza continua a qualificata dentro tutti gli istituti penitenziari, valorizzando ciò che università e associazioni già fanno e poterle attivare in altre realtà dove non sono presenti”.
Con il bando aperto lo scorso 14 gennaio sono stati affidati all’Università di Cassino, al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre e all’Arci di Viterbo rispettivamente gli sportelli che saranno attivi peso gli istituti penitenziari di Cassino, Frosinone e Paliano, Regina Coeli, Rebibbia Femminile, Rebibbia Penale e Rebibbia III Casa circondariale, Civitavecchia, Rieti e Viterbo. Prossimamente saranno messi a bando gli sportelli per Latina e Velletri. I responsabili, al termine della presentazione, hanno firmato l’accettazione dell’affidamento che durerà un anno e sarà rinnovabile in seguito a una nuova gara pubblica.
Queste strutture svolgeranno un’attività di sostegno ai detenuti che ne faranno richiesta, per la risoluzione delle problematiche individuali, attraverso un’azione di informazione e ausilio nella redazione di istanze a firma propria. Gli sportelli comunicheranno al Garante i casa in cui sia necessario interloquire con i responsabili delle amministrazioni pubbliche o le Autorità competenti nella risoluzione della problematica emersa e dovranno sottoporre tempestivamente al Garante tutte le questioni di natura generale relative all’istituto emerse nel corso dello svolgimento dell’attivita’, relazionando almeno trimestralmente sullo stato di soddisfazione delle persone detenute in carcere.
“È un grande lavoro rispetto a una sinergia tra istituti, cooperative, volontariato e il mondo che da sempre lavora nelle carceri- ha commentato Cangemi- Questo progetto diventerà un centro di ascolto oltre che di punto di informazione”.
Per il provveditore Cantone “l’impegno siglato oggi è importante perché ruota attorno alla comunicazione. Nelle carceri del Lazio c’è un problema importante di valorizzazione della comunicazione. Quando le persone di sentono dire le cose che li riguardano di terza mano poi scoppiano i problemi, come è accaduto con i fatti dell’8 e il 9 marzo”, quando i detenuti hanno appreso della sospensione dei colloqui a causa dell’emergenza Covid senza esserne stati avvisati. “In un paese civile non si fa cosi’- ha aggiunto Cantone- C’e’ bisogno di comunicazioni autorevoli e non di notizie di quarta o quinta mano”.
Da tempo negli Istituti penitenziari del Lazio “sono presenti qualificate esperienze associative per la tutela dei diritti dei detenuti e più di recente si sono andate diffondendo le cosiddette ‘Cliniche legali penitenziarie’, che affiancano un’attività didattica sul campo, offerta agli studenti dei corsi universitari in materie giuridiche, al sostegno informativo ai detenuti- ha spiegato Anastasia- Il progetto degli sportelli per i diritti promossi dal mio ufficio vuole mettere in rete le esperienze esistenti e promuoverne dove ancora non ci sono, per estendere e qualificare il sostegno alle persone detenute nel riconoscimento dei diritti garantiti dell’ordinamento penitenziario, dalle leggi e dalle politiche regionali”. Attualmente sono già attivi sportelli nelle carceri di Regina Coeli, Rebibbia Femminile e Cassino “ma non a Rieti, Rebibbia Penale, Civitavecchia e Frosinone- ha aggiunto Anastasia- Con questo progetto metteremmo in rete esperienze vecchie e nuove e consentirà al Garante di avere una presenza continua a qualificata dentro tutti gli istituti penitenziari, valorizzando ciò che università e associazioni già fanno e poterle attivare in altre realtà dove non sono presenti”.
Con il bando aperto lo scorso 14 gennaio sono stati affidati all’Università di Cassino, al dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre e all’Arci di Viterbo rispettivamente gli sportelli che saranno attivi peso gli istituti penitenziari di Cassino, Frosinone e Paliano, Regina Coeli, Rebibbia Femminile, Rebibbia Penale e Rebibbia III Casa circondariale, Civitavecchia, Rieti e Viterbo. Prossimamente saranno messi a bando gli sportelli per Latina e Velletri. I responsabili, al termine della presentazione, hanno firmato l’accettazione dell’affidamento che durerà un anno e sarà rinnovabile in seguito a una nuova gara pubblica.
Queste strutture svolgeranno un’attività di sostegno ai detenuti che ne faranno richiesta, per la risoluzione delle problematiche individuali, attraverso un’azione di informazione e ausilio nella redazione di istanze a firma propria. Gli sportelli comunicheranno al Garante i casa in cui sia necessario interloquire con i responsabili delle amministrazioni pubbliche o le Autorità competenti nella risoluzione della problematica emersa e dovranno sottoporre tempestivamente al Garante tutte le questioni di natura generale relative all’istituto emerse nel corso dello svolgimento dell’attivita’, relazionando almeno trimestralmente sullo stato di soddisfazione delle persone detenute in carcere.
“È un grande lavoro rispetto a una sinergia tra istituti, cooperative, volontariato e il mondo che da sempre lavora nelle carceri- ha commentato Cangemi- Questo progetto diventerà un centro di ascolto oltre che di punto di informazione”.
Per il provveditore Cantone “l’impegno siglato oggi è importante perché ruota attorno alla comunicazione. Nelle carceri del Lazio c’è un problema importante di valorizzazione della comunicazione. Quando le persone di sentono dire le cose che li riguardano di terza mano poi scoppiano i problemi, come è accaduto con i fatti dell’8 e il 9 marzo”, quando i detenuti hanno appreso della sospensione dei colloqui a causa dell’emergenza Covid senza esserne stati avvisati. “In un paese civile non si fa cosi’- ha aggiunto Cantone- C’e’ bisogno di comunicazioni autorevoli e non di notizie di quarta o quinta mano”.
16/07/2020