Non tardano ad arrivare anche parole di condanna da parte della sindaca Milvia Monachesi: “Il comportamento ingiustificato ed ingiustificabile della Presidente del Consiglio Comunale di Castel Gandolfo Marta Toti di non accettare la richiesta della consigliera e neo mamma Francesca Barbacci Ambrogi di convocare il prossimo Consiglio Comunale on line per non essere costretta a scegliere tra il suo dovere-diritto di svolgere il suo ruolo di Consigliere e quello di tutelare la sua bambina, (richiesta formulata anche dal Sindaco per tutelare la salute pubblica, considerato che lo stato di emergenza per la pandemia è stato prorogato al 31 dicembre), cosi come il comportamento del gruppo La Pesca, L’ Aurora e Movimento 5 stelle che hanno condiviso la decisione della Presidente Toti, ci riporta molto indietro nel tempo, a prima della Costituzione, quando non esistevano i diritti, tantomeno delle donne. Un livello talmente basso non si era mai raggiunto”.
Bagarre con la Toti a Castel Gandolfo
La consigliera neomamma chiede un consiglio online per sicurezza, è bufera
“Salute e partecipazione democratica sono per me diritti inalienabili. In un momento delicato come questo, dove il nostro Paese con tanti sacrifici sta cercando di uscire da una situazione sanitaria che ha destabilizzato tutti durante gli scorsi mesi, le istituzioni hanno il compito di garantire la salute pubblica e soprattutto la tutela del benessere di ogni cittadina e cittadino, dal più piccolo al più grande. Dice la consigliera comunale Barbacci Ambrogi, delegata ai servizi sociali. Come Amministrazione Comunale è una responsabilità e un dovere che, in questo periodo di emergenza, stiamo garantendo ad ogni livello, rimodulando la vita lavorativa all’interno dell’Ente, i servizi ai cittadini e le occasioni di socialità nella nostra città. Perché la sicurezza e il diritto alla salute vengono prima di tutto. Per noi, ma non per la nostra Presidente del consiglio, Marta Toti. Avvocato, donna e madre, Marta Toti ha calpestato in un solo colpo diritti fondamentali della nostra Costituzione e del nostro vivere civile. La mia era una richiesta plausibile, visto che la normativa lo prevede: effettuare il Consiglio Comunale relativo al bilancio (argomento fondamentale) in forma telematica. Chiedevo soltanto questo al Presidente del Consiglio Marta Toti. Quest’ultima durante la riunione dei capigruppo, alla quale ho delegato la consigliera Bruni, in quanto a soli 6 giorni dal parto mi trovavo impossibilitata ad andare, ha riferito che per democraticità il Consiglio si farà in presenza in quanto gli altri capigruppo hanno richiesto così. Senza possibilità di dialogo riferendo che abbiamo partorito tutti”. La consigliera comunale, si sente gravemente lesa del suo diritto di partecipare alla vita democratica del Consiglio Comunale in cui siede. ” Come delegata ai Servizi Sociali, e del diritto alla salute e alla maternità mio e della mia bambina, esponendola a soli 12 giorni ad eventuali rischi. Da una donna ci si aspetta una solidarietà ben diversa. Lottiamo per la parità di salario, per la discriminazione e poi tra donne non capiamo le fragilità di una neo mamma durante il periodo covid? Riprende, molto amareggiata, la neo mamma. Sì, perché neanche in ospedale abbiamo ricevuto visite, in quanto ad oggi ancora non sono permesse, ed anche a casa stiamo vivendo la quotidianità limitando i contatti con le persone al di fuori dei congiunti per garantire la massima protezione a me e alla bambina in questo delicato momento della nostra vita, come richiestoci anche dai medici. La mia era una richiesta plausibile che con modalità non democratica, ne tanto meno egualitaria, la Presidente del Consiglio ha escluso a priori. Con questo gesto la Presidente avvocato Marta Toti ha violato il diritto costituzionali della democrazia e della salute ma soprattutto ha dimostrato che persona, che politico e che donna realmente sia”.
10/07/2020
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