Al via una petizione al commissario prefettizio del Comune di Genzano per far tornare villa Lusi nella disponibilità dei cittadini.
Il 31 marzo 2016, con sentenza della Corte di Appello di Roma, villa Holdert, ai più nota come villa Lusi, dal nome dell’ex tesoriere della Margherita, che l’aveva acquistata con fondi sottratti illegalmente, è stata confiscata e devoluta al Ministero dell’Economia e Finanze. Si tratta di una mega villa sul lago di Nemi a Genzano, su 3 piani e con svariati ettari di bosco circostanti, adiacente alla Biblioteca Comunale. A febbraio 2019, la Guardia di Finanza ha eseguito l’ordinanza di confisca del patrimonio mobiliare e immobiliare di Luigi Lusi, compresa la villa di Genzano, il cui valore è stato stimato in 4,1 milioni di euro. Il 26 giugno 2020 l’ex Villa Lusi è diventata definitivamente di proprietà dello Stato ed è stata presa in carico dal Demanio Direzione Regionale Lazio.
“Purtroppo, egregio Commissario Prefettizio, Le dobbiamo segnalare che ormai da anni lo splendido parco della Villa giace in stato di abbandono, con il rischio di incendi, pur costituendo un patrimonio inestimabile per varietà di piante ed essenze di pregio: uno dei pochi biotopi di macchia mediterranea esistenti ancora in zona, nonché la testimonianza vivente di quello che era il Bosco Sacro di Diana Aricina”, si legge nella petizione. “C’è il rischio concreto che, col tempo, lo storico edificio che insiste nel Parco subisca la stessa fine, senza un concreto e virtuoso progetto di utilizzo sociale del bene in questione. Pertanto, egregio Commissario, certi di interpretare la volontà della stragrande maggioranza dei nostri concittadini, Le chiediamo con estrema fiducia di voler formalizzare una richiesta di assegnazione della Villa al Comune di Genzano di Roma, che da questa triste vicenda ha ricavato soltanto un pesante danno d’immagine, in quanto troppo spesso, nelle cronache giornalistiche e nell’immaginario collettivo, il nome della nostra onesta e laboriosa Città è stato capziosamente e ingiustamente accostato alle pratiche illegali dell’ex senatore Luigi Lusi. Tale patrimonio, armonicamente e funzionalmente raccordato con l’adiacente Biblioteca Comunale e il limitrofo parco Sforza Cesarini, risplenderebbe di nuova vita e costituirebbe un polo culturale, storico e paesaggistico di notevole interesse, bellezza e pubblica utilità, nonché un importante volano per la nostra economia locale. Una sorta di simbolica Casa della Legalità e della Cultura che risanerebbe una ferita ancora aperta nelle coscienze e nel profondo sentire di un’intera, limpida e consapevole comunità”.