Come ancora troppo spesso accade in Italia, la fretta non è dettata da ritardi dell’Amministrazione comunale ma dalla farraginosità delle procedure nazionali e regionali che rendono disponibili dei finanziamenti comunitari sempre all’ultimo momento e proprio quando stanno per essere persi. L’Unione Europea aveva infatti stanziato i soldi nel 2014. L’Amministrazione guidata dal Sindaco Coletta aveva inoltrato una prima richiesta di finanziamento a novembre 2016, all’allora dirigente del Dipartimento risorse idriche e difesa del suolo della Regione Lazio, ing. Mauro Lasagna. Lo stesso scelto dagli Zingaretti boys e finito più volte nel mirino della Procura della Repubblica di Roma e poi dell’Anticorruzione del magistrato Raffaele Cantone. Ma anche lo stesso che guidava l’ARDIS, l’Agenzia regionale per la difesa del suolo che ebbe la disastrosa idea di mettere i “pennelli” e poi la barriera soffolta: cioè scogli sopra e e sotto l’acqua, che aggravano l’erosione e la spostano da nord verso sud. È per questo, ad esempio, che è sparita la spiaggia davanti allo stabilimento balneare della Polizia di Stato. La cosa ha iniziato sbloccarsi per Latina con la seconda richiesta, inviata a settembre 2019 alla nuova Dirigente regionale, ing. Wanda D’Ercole.
Il contributo a fondo perduto in questione fa parte della quota del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020. Ma tra vari rimpalli ministeriali e regionali, è stato messo definitivamente a disposizione del Ministero dell’Ambiente solo nel dicembre 2019 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale a gennaio di quest’anno. I soldi sono quindi stati trasferiti alla Regione Lazio, che ora li sta trasferendo ai Comuni beneficiari.
La normativa prevede che siano proprio le Amministrazioni comunali interessate a doversi occupare e ad essere responsabili di tutte le procedure che vanno dallo studio di fattibilità al collaudo delle opere, passando per la progettazione definitiva e l’attuazione dei lavori: l’unica variante riguarda il fatto che poteva essere la Regione (o altra stazione appaltante) a svolgere le gare e quindi a decidere l’affidamento degli interventi. Ma il Comune di Latina, essendo stazione appaltante autonoma, nel sottoscrive il relativo Atto d’Impegno ha deciso di tenere per se anche questa specifica e particolare responsabilità.
L’ipotesi progettuale messa in campo per il ripascimento definitivo prevede la movimentazione di 197.000 metri cubi di sabbia accumulatasi sotto i “pennelli” e all’occorrenza altra verrà presa da cave marine a largo della costa di Latina. Le sabbie da utilizzare sono già reperibili all’interno delle quattro celle in opere rigide poste a levante della foce del Mascarello ed a difesa di Foce Verde, ormai quasi completamente sature con un esubero stimato di oltre 250.000 metri cubi. rispetto agli obbiettivi posti alla base degli interventi effettuati dalla Regione Lazio negli anni 2004-2006. Altra ipotesi per i sedimenti da movimentare è quella di ricorrere alle “cave di sabbia” collocate in mare aperto e già individuate da tempo dalla stessa Regione Lazio.
Per quanto riguarda la difesa della costa, invece, è stato ipotizzato genericamente di piazzare ulteriori barriere soffolte, cioè subacquee, per attenuare la violenza delle mareggiate ma che allo stesso tempo possa consentire il naturale trasporto di sedimenti realizzato dalle correnti marine. Infine, non si è escluso di accorciare gli ultimi pennelli di scogli realizzati in passato. La tipologia e i dettagli precisi degli interventi di difesa saranno l’oggetto della progettazione definitiva da realizzare nei prossimi mesi. Comunque sia, tale progettazione dovrà tenere bene in considerazione le ultime linee guida dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che esclude definitivamente la realizzazione di ulteriori opere rigide e aggettanti in calcestruzzo, sia sulla sulla spiaggia che dentro il mare. Ovvio aspettarsi un acceso dibattito sul tema.
Dopo tanti scogli burocratici e scogli antimereggiate inutili e dannosi, tutta Latina spera in un progetto che guardi alle reali esigenze dell’ambiente e della Città, che arrivino presto gli interventi e che siano fatti a regola d’arte.