Accusata di aver sottoposto il padre malato a eutanasia e indagata con l’accusa di omicidio volontario aggravato, la dottoressa Paola P., 39enne di Cisterna, è stata interrogata dal sostituto procuratore Simona Gentile. Secondo gli inquirenti, il 19 giugno scorso l’indagata, che lavora in una struttura sanitaria di Aprilia, avrebbe iniettato un farmaco letale al padre di 80 anni, ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Goretti di Latina dopo aver lottato a lungo contro il cancro. Un’infermiera ha visto la dottoressa con una siringa in mano e dopo poco l’anziano è morto. La 39enne, difesa dagli avvocati Angelo Palmieri e Giuseppe Di Domenico, ha risposto per circa tre ore alle domande del magistrato, assicurando di aver somministrato al padre soltanto un farmaco per alleviargli il dolore e negando così l’ipotesi dell’eutanasia. Determinanti, per far luce sull’accaduto, le consulenze disposte dal sostituto procuratore Gentile, quella medico-legale affidata alla dottoressa Maria Cristina Setacci e quella tossicologica affidata alla dottoressa Maria Chiara David. L’indagata ha così nominato come proprio consulente di parte il dott. Giuseppe Manciocchi. I Pazienti appartengono a una storica famiglia di Aprilia, che nel 1925 acquistò dai nobili romani Borghese la tenuta Carroceto, dove si trova anche la chiesetta costruita nel 1697 in ricordo del passaggio di Papa Innocenzo XII in quella zona e ancora di loro proprietà. Una tenuta che venne poi espropriata dal Fascismo per la costruzione della città di Aprilia e solo in parte successivamente tornata alla loro famiglia. Franco P. viveva però da lungo tempo a Cisterna, città di origine della moglie.
01/07/2020