C’era anche un cittadino dei Castelli Romani sul campo di Città del Messico, il 17 giugno 1970, nella storica partita Italia Germania 4 a 3 ai Campionati del Mondo del 1970 in Messico, allo stadio Azteca, presenti 102 mila spettatori e collegati milioni di telespettatori da tutto il mondo, per quella che fu definita da tutti gli addetti ai lavori “la partita del secolo”. Ancora oggi all’ingresso di quello stadio a distanza di 50 anni campeggia la targa con la scritta in spagnolo: Italia (4) Y Alemania (3) – 17 de junio en el Mundial 1970
” Partito del Siglo” . Quel cittadino dei Castelli Romani, romano di nascita, ma da sempre residente a Marino, al confine con il lago di Castel Gandolfo, era Giancarlo De Sisti, detto “Picchio” con il numero 16. L’allora 27enne Giancarlo De Sisti aveva avuto il compito dal ct Ferruccio Valcareggi di marcare Overath, uno dei più grandi centrocampisti della storia del calcio, e ci riuscì molto bene, con grinta, impegno e sudore. Giocò da titolare tutte le 6 partite della fase finale dei mondiali del Messico con il mitico commissario tecnico, che non lo cambiò e sostituì mai durante il mondiale.
A premiare De Sisti a 50 anni dalla storica partita dello stadio Azteca di Città del Messico, questa mattina in comune a Marino, dove “Picchio” vive da molti anni, il sindaco Carlo Colizza, il presidente del consiglio comunale Sante Narcisi, la giunta comunale, alcuni giovani calciatori delle squadre locali, Lepanto, Marino e Santa Maria delle Mole e i loro presidenti e allenatori, incantati e presi, dal lungo ed emozionante racconto del grande calciatore romano, che giocò nella Roma e nella Fiorentina, negli anni 60 e 70 e poi divenne anche un ottimo allenatore e di cui il figlio Marco seguì le orme, giocando nel ruolo del padre in alcune blasonate squadre dei dilettanti di Roma e provincia e del Lazio.
«Il ct Valcareggi che ricordo con grande stima e affetto, lo consideravo un padre, e lui mi considerava insieme a Rivera e Bertini, tra i 3 più forti centrocampisti dell’epoca. Mi diede fiducia, anche nella semifinale, la partita della storia, contro la Germania Ovest. Fu’ la vittoria del gruppo, della squadra, non del singolo», ha ricordato stamattina Giancarlo De Sisti, 77enne, come Rivera e Mazzola, nati nel 1943. «Non ci interessava chi giocava tra Rivera e Mazzola, mentre tutto il mondo parlava di questo argomento, noi eravamo degli ottimi giocatori, al servizio della squadra, che davamo il massimo, sempre, a centrocampo, io, Bertini, Domenghini, Boninsegna che rientrava spesso dall’attacco. Poi in difesa, Burgnich, Facchetti, Rosato, Cera, in attacco Mazzola e Riva, e Rivera quando entrava, uno spettacolo di nazionale, con valori sportivi e umani molto sentiti. In porta il mitico e spettacolare Ricky Albertosi, e a volte anche l’esordiente in nazionale Dino Zoff, una squadra fatta di grinta, coraggio, classe, ma anche umiltà, queste le nostre spiccate caratteristiche».