Sei condanne, per un totale di oltre 50 anni di carcere, agli imputati nel processo denominato “Equilibri” che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato. Nell’attesa che prenda il via davanti al Tribunale di Velletri il maxi processo al clan Fragalà, che secondo l’Antimafia avrebbe seminato il terrore tra Roma, Pomezia e Ardea, una prima sentenza dopo le indagini svolte dai carabinieri del Ros è arrivata. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Claudio Carini, ha condannato Vincenzo D’Angelo a 14 anni di reclusione e 44mila euro di multa, Emiddio Coppola a 10 anni e 40mila euro, Renato Islami a 8 anni e 4 mesi e 32mila euro, Francesco Loria a 7 anni e 4 mesi e 10mila euro, Enrik Memaj a 7 anni e 28mila euro, e Manolo Mazzoni a 7 anni e 24mila euro.
Una sentenza emersa dopo gli arresti compiuti dai carabinieri a maggio dell’anno scorso e in cui è stata confermata l’ipotesi della costituzione di un’associazione per delinquere di stampo mafioso da parte dei Fragalà, che avrebbero gestito il narcotraffico e le estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori. Un gruppo che avrebbe cercato anche di piegare ai propri interessi l’amministrazione comunale pometina, che avrebbe messo a punto persino un rituale di affiliazione basato sul giuramento con il sangue, un fazzoletto di seta annodato e l’immagine di San Michele Arcangelo, e che avrebbe mantenuto stretti rapporti con la camorra casalese, la mafia siciliana dei catanesi Santapaola e Capello, e i Fasciani di Ostia. Tutto gestito da un triumvirato composto dal 61enne Alessandro Fragalà, il nipote 41enne Salvatore Fragalà, e Santo D’Agata, di 61 anni. Insieme a loro a giudizio sono poi finiti Ignazio, Mariangela, Astrid e Simone Fragalà, l’albanese Blerim Sulejmani, Vincenzo D’Angelo, Mariano Cervellione, Giorgio Ermini, Francesco D’Agati, Angelo Arena, Stefano Barbis, Stefano De Angelis, Francesco Loria, Daniele Sozzi, Pasquale Lombardi, Marco Del Fiume, Emiddio Coppola, Luciano Marianera, Manolo Mazzoni, Sergio Palma, Karim Pascal Reguig, Michele Chiaffarata, Renato Islami, Tito Ferranti e l’albanese Enrik Memaj. E ad eccezione dei sei giudicati in abbreviato per gli altri si attende ora l’inizio del processo a Velletri.