“Gli atti amministrativi finalizzati alla demolizione delle dette opere abusive – scrive nella sua lunghissima replica l’assessore Emilio Tomasi – sono stati posti in essere dall’Amministrazione Comunale presieduta dall’allora Sindaco Dott. Emilio Cianfanelli ed il relativo procedimento eÌ€ stato avviato addirittura dopo l’avvio dell’azione civile da parte di Ace (poi riassunta dalla curatela del fallimento nel 2018). Evidentemente, vi era giaÌ€ da allora consapevolezza che la demolizione delle opere abusive non poteva avere riflesso alcuno sull’azione civile. La odierna Amministrazione Comunale, ha semplicemente posto in attuazione quanto giaÌ€ fino ad oggi deliberato e si eÌ€ attivata anche sulla scorta di una riunione tenutasi presso la Procura di Velletri nel giugno 2019 in cui si esortava i comuni ad essere piuÌ€ spediti nelle demolizioni. L’amministrazione comunale ha delimitato l’originario progetto di demolizione alle effettive opere di ripristino occorrenti per eseguire l’ordinanza di demolizione n. 214/2012 e, cosiÌ€, stimando come base di gara un importo complessivo per lavori pari ad € 186.896,49 oltre oneri relativi alla sicurezza pari ad € 10.718,51 non soggetti a ribasso per un totale comprensivo delle spese a disposizione dell’amministrazione pari ad € 237.402,32 di gran lunga inferiore a quello originariamente previsto ed approvato. E con tali somma demoliraÌ€ non solo gli scheletri delle villette ma anche i due delle palazzine. Cianfanelli, in cerca di ribalta, cerca di dissimulare l’approvazione di una relazione tecnica economica esorbitante, che al minimo dimostra l’intento di non voler dar seguito all’obbligo giuridico di demolire. Per questo inventa storie romanzate degne di john Grisham. Stante tale obbligo di demolire mai contestato da Cianfanelli, quale eÌ€ il fine di tale atteggiamento? Vi eÌ€ da sottolineare che prima di dare impulso a quanto giaÌ€ deciso dall’Amministrazione Comunale ci si eÌ€ premuniti di chiedere, per le vie brevi, lo stato del detto contenzioso ai legali incaricati (Avvocati Bellini e Dell’Unto) poicheÌ gli stessi avevano espresso il loro via libera giaÌ€ da tempo e con diversi atti, tutti indirizzati all’allora sindaco Emilio Cianfanelli. Ma ricapitoliamo sommariamente gli aspetti piuÌ€ recenti dell’annosa vicenda.
I cementi ammalorati giacciono da lungo tempo abbandonati poicheÌ una lunga vicenda giudiziaria prima, e un complesso percorso amministrativo poi, hanno interrotto la realizzazione un corposo intervento edilizio.
Nel 2011 un contenzioso amministrativo intercorso tra il Comune di Ariccia e la societaÌ€ ACE a r.l. a causa della revoca dei permessi a costruire, si eÌ€ concluso favorevolmente e definitivamente a favore del primo con la legittimitaÌ€ delle ragioni che avevano giustificato l’esercizio del potere di autoannullamento.
Nel 2014, in seguito all’accertamento dell’inottemperanza all’ordine di demolizione emesso nel 2012 dal comune di Ariccia, i manufatti e la relativa area sono entrati a far parte del patrimonio disponibile del Comune.
Nel 2015, il Consiglio Comunale ha poi rigettato la proposta di dichiarazione di prevalenti interessi pubblici al mantenimento delle opere abusive, cosiÌ€ decidendo definitivamente per la loro demolizione e la Giunta Comunale ha approvato una valutazione tecnica economica redatta dall’ Ing. Mauro Rosatelli per l’esecuzione dei lavori di demolizione delle opere abusive realizzate dalla societaÌ€ ACE S.r.l. (oggi in fallimento) per un importo di € 1.739.184,01.
Intanto la societaÌ€ ACE una volta definito il contenzioso amministrativo, avviava un contenzioso civile chiedendo il risarcimento del danno derivante dal preteso affidamento nella legittimitaÌ€ dei permessi a costruire poi annullati in autotutela. E cioÌ€ con atto di citazione notificato al Comune di Ariccia il 13 maggio 2011 e, cioeÌ€, prima dell’ordinanza di demolizione e degli altri atti propedeutici alla materiale demolizione delle opere abusive.
Il giudizio è stato poi riassunto (continuato) nl 2018 dalla curatela del fallimento della società ACE dopo che la stessa è versata in uno stato di decozione. Il contenzioso milionario, ancora in corso, ha ad oggetto il risarcimento del danno per equivalente (valore del bene) e non in forma specifica (restituzione del bene), con la conseguenza che la demolizione non ha alcun rilievo nel giudizio civile.
Se il parere dei legali fosse stato effettivamente necessario e derimente ai fini della demolizione, tale parere andava richiesto prima di redigere il progetto di demolizione e prima della sua approvazione avvenuta con delibera G.C. n. 30 del 13 marzo 2015; giunta presieduta dall’allora Sindaco Cianfanelli.
Cianfanelli fa bene a dire che la questione verraÌ€ attenzionata dal Tribunale di Velletri, ma sbaglia l’ufficio, non saraÌ€ il Tribunale civile ma piuttosto la Procura della Repubblica.
Altra baggianata riguarda un presunto frazionamento dell’appalto dei lavori di demolizione
Il progetto preliminare per i lavori di demolizione e ripristino in danno delle opere abusivamente realizzate dalla soc. ACE SRL redatto dall’ing. Mauro Rosatelli quale funzionario dall’Area Tecnica IIIa “LL.PP. e politiche territoriali” come base di gara un importo complessivo per lavori pari ad € 1.144.000,00 oltre oneri relativi alla sicurezza pari ad € 100.000,00 non soggetti a ribasso per un importo totale comprensivo delle spese a disposizione dell’amministrazione stimato di € 1.739.184,01 ed approvato dalla Giunta Comunale con delibera n. 30 del 13 marzo 2015 non si limitava alla demolizione delle opere abusive ma prevedeva ulteriori interventi di sistemazione dell’area che nulla avevano a che vedere con l’area da demolire.
Consultando il c.d. computo metrico del progetto preliminare redatto dagli uffici al tempo diretti dall’ing. Piergiuseppe Rosatelli, si sono evidenziate immediatamente non condivisibili le voci di prezzo usate e le stime delle quantitaÌ€, come ad esempio il prezzo applicato sui lotti F2 – F3 e E, con le quantitaÌ€ calcolate vuoto per pieno sebbene non vi sono volumi da demolire trattandosi di telai strutturali non terminati, oppure l’esempio del prezzo applicato per “demolire strutture in calcestruzzo …” sul lotto F4 dove oltre alla realizzazione di uno scavo e della platea non eÌ€ stata elevata nessuna struttura in calcestruzzo.
Insomma, ci si eÌ€ avveduti immediatamente che alcune valutazioni di stime e di prezzi della vecchia relazione tecnica economica potevano essere frutto di un consistente “abbaglio” e che la demolizione poteva essere eseguita ad un costo notevolmente inferiore.
Pertanto:
– con determina n. 1287 del 2019 eÌ€ stato affidato l’incarico di redigere un nuovo progetto per la demolizione con contestuale assegnazione anche della direzione lavori e del coordinamento della sicurezza;
– con delibera n. 247 del 2019, la Giunta Comunale ha approvato il progetto esecutivo ed il nuovo quadro economico della demolizione, determinato in € 237.402,32;
– con determina n. 1520 del 2019 eÌ€ stato avviato il procedimento per l’affidamento dei lavori di “Demolizione dei manufatti in cemento armato realizzati abusivamente alla soc. ACE a r.l. in fallimento in localitaÌ€ Villafranca nel comune di Ariccia”, per l’importo a base d’asta di €.186.896,49, oltre €.10.718.51 quali oneri per l’attuazione dei piani per la sicurezza non soggetti a ribasso d’asta, oltre IVA 10%, categoria OS 23 “Demolizione di opere” classifica I;
– con determina n. 385 del 2020, l’appalto eÌ€ stato aggiudicato alla ditta AST S.R.L., con sede legale in Via Rosetta 11 Latina (LT) C.F./P.I. 12487291002, per l’importo complessivo di €.175.187,42, corrispondente all’importo di €.164.468,91, al netto dell’offerto ribasso del 12%, sull’importo a base di gara oltre ad €.10.718.51 quali oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d’asta, oltre IVA 10%.
Come si evince, non vi eÌ€ alcun frazionamento dell’appalto percheÌ la prima ipotesi di intervento, stimato in € 1.739.184,01, eÌ€ rimasta come progetto preliminare. Dopo di cheÌ, eÌ€ stata eseguita una nuova valutazione delle opere che effettivamente potevano essere eseguite per adempiere all’ordinanza di demolizione ed avviato il relativo nuovo e distinto procedimento che dalla redazione di un nuovo progetto esecutivo eÌ€ arrivato all’aggiudicazione dell’appalto.
2 Cianfanelli mostra evidenti segni di offuscamento. Dopo aver condotto per anni una sedicente battaglia di legalitaÌ€ per la demolizioni di quelle strutture, oggi vi si oppone. Accusa il sottoscritto di incapacitaÌ€ in materia urbanistico amministrativa, ma ammette candidamente in consiglio comunale di aver impedito alla SocietaÌ€ Daikin Applied Europe S.p.A., che ha ad Ariccia il piuÌ€ grande stabilimento di condizionatori industriali in Europa, di effettuare un investimento di 21 milioni di Euro sul nostro territorio con evidente nocumento per quella ricaduta economica che ne sarebbe derivata. Parla di uliveti secolari quando una perizia agronomica definisce attualmente il terreno “un incolto erbaceo”. Si dichiara di centro sinistra, ma in consiglio comunale vota congiuntamente alla Lega e ripropone lo schema locale dei due ladri di Pisa, inaugurato a partire degli anni ottanta con l’accordo “Tropiano”. A Cianfanelli che ama gli scheletri di cemento di Ace tanto da farne l’immagine di copertina del profilo Facebook suggerisco di cambiare immagine, percheÌ oramai eÌ€ obsoleta, esattamente come lui”.