A far insorgere la categoria, l’annuncio che il primo cittadino ha affidato alla stampa lo scorso 4 giugno, quando ha confermato i provvedimenti presi, di concerto con il Demanio marittimo, e la rimessa a bando delle concessioni. Walter Galli, titolare di uno degli stabilimenti storici di Torvaianica interessati dalla chiusura dell’attività, aveva annunciato uno sciopero della fame e dei medicinali “sperando di attirare l’attenzione del Governo centrale (PD-M5S) e di quello locale (M5S) – spiega il Coordinamento – Sembrava esserci riuscito, almeno in parte, quando si è visto convocato per il 4 giugno presso la sede comunale dal Sindaco Zuccalà che, insieme ai funzionari e agli amministratori, lo ha ascoltato per circa 90 minuti, riservando di comunicare la propria decisione dopo le ore 16. Giunge puntuale la notizia affidata alla stampa di confermare il blocco dell’attività”.
Gli ex concessionari “decaduti”, secondo quanto ha dichiarato il sindaco Zuccalà, hanno accumulato a testa morosità che vanno dai 400mila agli 800mila euro di canoni demaniali non versati «ed erano a conoscenza dell’iter in corso dal 2018», ha affermato il primo cittadino. Sul punto il Coordinamento Pertinenziali parla di una “conclamata ingiustizia che ha incrementato in modo esponenziale i canoni demaniali fino al 3000%, al punto da non consentirne ai concessionari il pagamento”. “Plurimi sono stati i tentativi del Governo per arginare tale ingiustizia legislativa con misure interinali e nell’attesa di riordinare la materia – continua la nota – Ad oggi, però, dopo oltre un decennio, il comparto è pian piano schiacciato e, oramai, vicino alla morte, nonostante la vigenza di misure tampone adottate, seppur a corrente alternata”.
Oltre a diffidare il sindaco di Pomezia, i pertinenziali lo invitano a formulare un quesito all’Anci, al Ministero delle Infrastrutture e ad altri enti competenti per avere un parere sull’interpretazione delle norme che riguardano il settore. Nel frattempo chiedono al Comune di consentire alle strutture balneari chiuse di riprendere le attività.
La vicenda è entrata anche in Consiglio comunale con un’interrogazione al sindaco del consigliere del Pd Paolo Zanin. Il consigliere dem invita il primo cittadino a rivedere la scelta di chiudere le attività consentendo loro di lavorare durante questa stagione estiva, e di considerare – sulla scia della diffida presentata dal Coordinamento pertinenziali – di chiedere un parere all’Associazione Nazionale Comuni Italiani e ai Ministeri competenti in materia.