Italia impreparata a gestire la situazione nelle emergenze critiche anche rispetto all’allattamento dei più piccoli, l’ingiustificata paura di contagio da coronavirus madre-neonato tramite il latte ha ridotto questa preziosa pratica. Lo ha mostrato una volta di più l’epidemia di Covid19, la malattia legata al virus Sars-Cov2. A rilevarlo è un nuovo rapporto europeo dal titolo “I nostri bambini godono di un sano inizio della vita?”. Domanda quanto mai pertinente e importante, visto che già nella gestazione e poi nel momento del parto e subito dopo si giocano importantissimi fattori per il suo sano e armonioso sviluppo. Alattare al seno fa benissimo al bimbo e alla madre: è il miglior alimento per i bebé, mentre – spiega il ministero della Salute – “le madri che allattano al seno hanno un minor rischio di sviluppare il tumore alla mammella e all’utero prima della menopausa e di soffrire di osteoporosi in età avanzata. L’allattamento facilita la perdita dei chili in più presi durante la gravidanza”. Una naturale fonte di salute a basso costo e insostituibile, ancora troppo spesso snobbata quando non addirittura ostacolata per logiche poco nobili che fanno invece largo alla formula, comunemente detta “latte artificiale” ma che non è nemmeno lontanamente paragonabile al latte materno.
ITALIA: MOLTO DA MIGLIORARE
Il nostro Paese registra una situazione inadeguata e da migliorare. Lo rileva il nuovo rapporto che analizza la realtà in base ai criteri WBTi (World Breastfeeding Trends Initiative, che considera 15 indicatori in 18 Stati europei. Va a verificare se, come e quanto sia stata messa in pratica la Strategia Globale dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’alimentazione dei lattanti e dei bambini. Purtroppo anche la nuova edizione del report mostra come la mancanza di sostegno sia un problema comune, con conseguenze negative per l’allattamento e la salute di madri e bambini. Anche in Italia. Un esempio su tutti: la spinta a usare il biberon – al posto del latte di mamma – e/o la cosiddetta “aggiunta” di pseudo-latte in polvere ancora troppo presente, contro ogni evidenza scientifica e contro le buone pratiche. Il rapporto è finanziato dal Ministero della Salute della Croazia e dall’Unicef croata. Il dato peggiore riguarda proprio l’esistenza di un Piano di protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno in situazioni di emergenza. “L’indicatore più basso è quello sulla preparazione e risposta in caso di emergenze, per il quale l’Italia ha ottenuto il 1 su 10, e solo la Macedonia del nord ha registrato un buon punteggio”, spiega Ibfan Italia, la rete nazionale del più ampio movimento mondiale che difende e promuove il sano nutrimento dei neonati e bambini, a partire dalla promozione dell’allattamento. Su questo punto quasi tutti i Comuni del Lazio e italiani erano indietro, visto che entro lo scorso dicembre ciascuna amministrazione comunale doveva approvare un’apposita strategia per proteggere i lattanti nei casi di calamità e altre emergenze.
NEONATI SEPARATI DALLE MAMME: PERCHÉ?
Non a caso, diverse mamme si sono viste togliere il bebè appena partorito durante la quarantena tra marzo, aprile e maggio, nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità, il nostro Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità abbiano detto e ribadito che non vi è alcun rischio di contagio da madre a neonato tramite il latte materno. Il Collegio nazionale dei ginecologi e ostetriche francesi hanno scritto che “non si raccomanda la separazione madre bambino e non controindicano l’allattamento”, in linea con il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie americano (LEGGI QUI). “L’epidemia di Covid-19 ha mostrato quanto sia importante avere un piano nazionale di preparazione e risposta per meglio proteggere i cittadini dalla malattia – sottolinea l’avv. Claudia Pilato, presidente di Ibfan Italia -. La paura del contagio da Covid-19 ha fatto aumentare la separazione tra mamme e bambini dopo la nascita, con una probabile diminuzione dei tassi di allattamento. L’aumentata aggressività del marketing di formula artificiale ha fatto il resto. Questo vale anche per la protezione dell’allattamento, un fattore che aumenta di importanza in caso di epidemia perché conferisce ai bambini una maggiore resistenza alle infezioni».
Complessivamente, la verifica sull’attuazione della strategia globale Oms per l’alimentazione dei lattanti e dei bambini in Italia rileva un punteggio totale medio: 73 punti su 150.
2 ASPETTI POSITIVI IN ITALIA
Se scendiamo nel particolare, buoni risultati emergono in fatto di congedo di maternitaÌ€ retribuito, pause per l’allattamento, legislazione per incoraggiare l’allattamento sul posto di lavoro, ratifica delle Convenzioni Internazionali e rispetto alla strategia nazionale su informazione, educazione e comunicazione per migliorare l’alimentazione infantile, attuata attivamente a livello locale. Su entrambi questi indicatori il nostro Paese riporta na valutazione di 8 su 10.
“Questo rapporto europeo identifica strategie e interventi necessari a migliorare – aggiunge la presidente di Ibfan Italia -, usando per ogni indicatore le buone pratiche dei Paesi che hanno ottenuto i punteggi più alti. Se governi, ospedali, servizi territoriali, università, centri di formazione, dipartimenti di sanità pubblica e altri, compresi produttori e distributori di sostituti del latte materno, metteranno in pratica le raccomandazioni del rapporto, più madri inizieranno e continueranno ad allattare, con il conseguente miglioramento per il proprio stato di salute e quello dei loro figli. Perché le raccomandazioni del rapporto siano messe in pratica, tuttavia, è necessario che i governi investano sufficienti risorse finanziarie”. Significherà in concreto avere una popolazione più consapevole, più libera e con sistemi immunitari più forti, oltre che una minore spesa sanitaria. Tutto ciò sarebbe ancora più favorito se si sostenessero i percorsi per la gravidanza non medicalizzata (troppe visite, esami, allarmi superflui e persino dannosi e quindi paure che indeboliscono), ma pure il parto in casa che si celebra con una giornata Mondiale il prossimo 6 giugno e che è ormai altrettanto sicuro (in assenza di complicanze, come nella maggior parte dei casi) di quello ospedalizzato.
Il rapporto può essere scaricato liberamente da: https://www.worldbreastfeedingtrends.org/resources/publications
Un riassunto del rapporto è stato pubblicato su una rivista medica con accesso libero: https://internationalbreastfeedingjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13006-020-00282-z