Non cala l’oblìo sul triste spettacolo verificatosi nei giorni scorsi sul fiume della Capitale. Un accesso agli atti è stato chiesto dall’avvocato Guglielmo Calcerano e Silvana Meli, co-portavoce dei Verdi di Roma. «Abbiamo presentato formale istanza di accesso civico generalizzato e partecipazione al procedimento avviato dalla Asl Roma 1 per la verifica dello stato delle acque del Tevere a seguito di una morìa di pesci verificatasi all’altezza di Ponte Marconi, a Roma, tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno, sollecitando anche l’intervento di Arpa Lazio». I due esponenti del partito ambientalista aggiungono: «Alla luce di questi avvenimenti, riteniamo fondamentale approfondire anche le circostanze che hanno portato alla realizzazione, da parte di Acea Ato 2 Spa, di un impianto di ‘potabilizzazione’ delle acque del Tevere in zona Grottarossa, attualmente non in funzione». Il riferimento è al mega-impianto progettato e realizzato alla chetichella su un’ansa del Tevere a nord della Città Eterna, con lo scopo di filtrare 500 litri d’acqua fluviale al secondo per poi darla da bere a circa 4 milioni di abitanti di Roma e provincia. Quell’acqua è prevista perciò anche per i Castelli Romani, Ardea e Pomezia. «Ci chiediamo infatti se, all’esito delle analisi svolte – avvertono i Verdi romani -, la tutela della salute dei cittadini sia compatibile o meno con l’utilizzo delle acque del Tevere a scopo alimentare. Andremo fino in fondo alla questione e, nel caso in cui non dovessimo ottenere riscontri dagli uffici competenti, – concludono Calcerano e Meli, – siamo ben determinati a rivolgerci al difensore civico». I principali dubbi riguardano l’inquinamento da idrocarburi, metalli pesanti e microplastiche. Veleni che un impianto a carboni attivi, come è il cosiddetto ‘potabilizzatore’ Grottarossa, non sembra in grado di poter eliminare. Tra le varie domande che da quasi 2 anni sottoponiamo alle Istituzioni, a cominciare dalla Regione Lazio, ma pure ad Acea Ato2, c’è anche questa: come pensano di poter rendere sicura per la salute l’acqua del Tevere? Come può quell’impianto garantire che arrivi acqua senza microplastiche, né metalli pesanti e idrocarburi nei rubinetti dei romani e della popolazione degli altri comuni serviti? Nessuno ha risposto finora alle domande poste dal giornale Il Caffè, che scoprì e rese noto il progetto a luglio 2018. Si spera adesso che l’accesso civio dei Verdi e le indagini della Asl almeno possano fornire qualche lume sulla moria di pesci di questi giorni.
04/06/2020