Basta cambiare in un testo una ‘e’ con una ‘o’ per mettere a rischio territori e comunità locali in tutto il Paese? A quanto pare sì. Parliamo dell’atto n.168 in discussione in Commissione Ambiente al Senato, che potrebbe di fatto superare le prescrizioni per la realizzazione di una discarica (previste nel d.lgs 36 del 2003) e per garantire la protezione del suolo e delle acque. Secondo la legge queste tutele vengono assicurate da una barriera geologica e un eventuale rivestimento artificiale, con la modifica che si andrebbe ad introdurre invece ‘la protezione del suolo, delle acque sotterranee e superficiali deve essere garantita da una barriera geologica o artificiale’, dando così il via libera alla costruzione di discariche un po’ ovunque, con il solo limite tecnico della realizzazione di una barriera artificiale.
La normativa europea e quella italiana – Questo atto promosso dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento arriva all’interno del processo di attuazione della direttiva UE 850/2018 sull’economia circolare che non introduce però modifiche ai criteri di costruzione di questi siti (previsti dalla direttiva 31/1999). “Un vero e proprio colpo di mano che consentirebbe il proliferare di una serie di discariche in tutta Italia per nulla sicure e che causerebbero una serie di procedimenti di infrazione da parte della Commissione Europea con multe salate”, fanno notare il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e il co-portavoce del Lazio Nando Bonessio. L’appello lanciato è al ministro Costa che recentemente ha dichiarato di volere recepire l’idea degli ambientalisti di inserire nella Costituzione il principio della tutela ambientale: “Passi dalle parole ai fatti”, concludono.
Via libera a Malagrotta 2? – Sul territorio romano questa vicenda ha infiammato gli animi di quanti (tecnici e attivisti) lottano per la salvaguardia della Valle Galeria e in particolare dell’area di Monte Carnevale. Qui, secondo le disposizioni del Comune e della Regione, potrebbe trovare posto la nuova discarica di RSU (Rifiuti Solidi Urbani) della Capitale. Al momento i lavori in atto sulla ex cava riguardano la realizzazione di un sito per lo smaltimento di inerti, ma il passaggio al conferimento dei rifiuti capitolini sembrerebbe essere solo questione di tempo. A fronte di queste possibili nuove regole, l’ex assessore all’ambiente del Municipio XI Giacomo Giujusa, ha richiesto l’intervento della Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo per ribadire il divieto di installazione di discariche in siti privi di barriera geologica naturale: “Questo atto sta rendendo superflua la presenza di questo tipo di barriera permettendo discariche in tutti i tipi di cave, anche quelle che fino a questo momento erano ritenute inidonee – aggiunge – Tutte le cave mai ripristinate diventerebbero possibili discariche, anche se hanno un lago dentro, basta realizzare una barriera artificiale”. La preoccupazione è molta e l’attesa è per l’intervento Ministero, anche se nonostante le dichiarazioni ancora non si è vista nessuna modifica al testo. Leonardo Mancini