Colpa anche del boom di olii di bassa qualità a prezzi stracciati, soprattutto nel periodo di quarantena e per uso domestico. Anche in questo caso, l’appello è di prediligere i prodotti locali di provata affidabilità, come gli olii extravergini laziali.
Lo rende noto la Coldiretti.
“Come nel caso del settore turistico – spiega David Granieri, presidente per il Lazio della più grande associazione agricola italiana – occorre una campagna promozionale ingente, oltre che la definizione di un percorso di sburocratizzazione, soprattutto all’esportazione, per rilanciare un settore già fortemente provato”.
Numerose aziende olivicole, infatti, stanno procedendo con il reimpianto degli oliveti, resi improduttivi dalle gelate del 2018, che hanno danneggiato il sistema olivicolo regionale. “Costi che devono sostenere in un momento già delicato, come è quello attuale – aggiunge il presidente Granieri – tutto questo rischia di mandare in default numerose attività produttive. E’ quindi essenziale accompagnare le imprese in queste attività, attivando i fondi del Psr, il Programma di sviluppo rurale”. È quanto è stato espressamente chiesto da Coldiretti alla Regione Lazio.
“L’invito è quello di diffidare di prodotti low cost di importazione – conclude Granieri – e di prediligere il Made in italy di qualità nettamente superiore e soggetto a continui controlli, che ne garantiscono la salubrità e la sicurezza”.
L’olio laziale rappresenta senza dubbio una vera eccellenza in un territorio in cui l’olivicoltura è caratterizzata da una elevata diversificazione varietale di specie autoctone, localizzate all’interno di estese aree vocate. È dunque in grado di fornire elevate qualità e quantità di prodotto in tutte le categorie di fruttato.
Negli ultimi anni si è assistito, inoltre, ad una costante crescita delle superfici olivicole destinate a produzioni di qualità, legate a coltivazioni biologiche o ricadenti nell’ambito delle 4 DOP regionali, che caratterizzano le principali aree olivicole.”‹