In videoconferenza erano collegati gli amministratori degli altri comuni coinvolti (Frascati, Rocca di Papa, Rocca Priora, Monteporzio, Colonna) oltre ai rappresentanti delle sigle sindacali e delle cooperative che si occupano dell’organizzazione del servizio appaltato dal Comune capofila, quale stazione appaltante del servizio, svolto in forma associata dai sette Comuni del Distretto RM 6.1.
Dalla iniziale situazione che vedeva le posizioni delle parti in causa profondamente distanti e inasprite dalla difficoltà di una mancata convergenza sulle reali possibilità/volontà di rimodulare l’offerta di assistenza nel corso del periodo di quarantena, si è giunti infine a una soddisfacente bozza di accordo sull’esigenza dei bambini assistiti, al centro del confronto e dell’intesa tra le parti.
L’Ente gestore verificherà, attraverso incontri mirati con ogni servizio sociale comunale, l’attivazione di interventi a distanza. “Pur comprendendo appieno le naturali preoccupazioni dei lavoratori relative alle problematiche di tipo salariale che li hanno colpiti nel periodo di emergenza Covid-19, abbiamo lottato con convinzione affinché il servizio fosse portato avanti o quanto meno venisse rimodulato in modo da non creare ulteriori scompensi o percezioni di abbandono da parte dei nostri cittadini più piccoli e fragili” dichiarano i sindaci.
“Tutto ciò si legga nell’unico intento delle Amministrazioni comunali mirato a garantire la continuità dei servizi educativi e socioassistenziali a tutte le fasce della popolazione. In questa fase di pandemia sono stati, infatti, rimodulati e riconvertiti tutti i servizi del Piano di Zona, nessuno escluso, attraverso una co-progettazione assidua e costante con gli Enti gestori dei servizi stessi, garantendo ai cittadini una presenza degli operatori in forma diversa e il mantenimento dei contratti in essere a tutti gli operatori dei servizi”.
“Non è stato lascito indietro nessuno – concludono i sindaci del Distretto Socio-Sanitario Rm 6.1 – con assoluta priorità e maggiore riguardo per i cittadini più fragili che necessitano di cure specifiche cui la comunità ha l’obbligo e il dovere morale e materiale di far fronte nel modo più adeguato e rispettoso della dignità, della personalità e dei bisogni di ciascun singolo individuo”.