C’è una notizia che in queste ore ha atterrito circa mezzo milione di professionisti italiani, in attesa del bonus di 600 euro – che nel caso di iscritti agli ordini e alle casse private non viene erogato dall’Inps ma da specifici enti collegati alla professione – annunciato dal governo anche per i prossimi mesi. Secondo quanto denunciano alcuni sindacati ed enti professionali, il testo del decreto Rilancio prevede una sorta di incompatibilità che, come effetto, impedirebbe a chi ha già ottenuto il bonus a marzo di riceverlo anche per aprile e maggio.
«Un banalissimo errore di stampa – un semplice numero inserito per sbaglio come un “intruso” in un’altra norma – sta bloccando incredibilmente da una settimana le procedure per il pagamento dell’indennità una tantum esentasse di 600 euro prevista dal decreto legge Rilancio n. 34 del 19 maggio 2020 in favore dei lavoratori autonomi in gravi difficoltà economiche per l’emergenza Coronavirus – Covid 19». Lo scrive in una nota il sindacato dei giornalisti Stampa Romana, che denuncia il ritardo nella correzione del passaggio incriminato. Ma gli iscritti a tutti gli ordini professionali sono in questo momento in fibrillazione.
Secondo quanto ricostruisce Stampa Romana, l’articolo del DL Rilancio che rifinanzia la misura del bonus (articolo 78) anche per i mesi di aprile e maggio sarebbe in contrasto con un successivo articolo, il numero 86, che rende di fatto incompatibile l’erogazione del bonus a chi lo ha già ricevuto per il mese di marzo.
«Alla base di questa imprevista “impasse” – continua la nota del sindacato dei cronisti – vi è un refuso contenuto nell’art. 86 del decreto legge Rilancio, pubblicato a pag. 88 della Gazzetta Ufficiale. Questa norma, intitolata “Divieto di cumulo tra indennità”, prevede testualmente che “le indennità di cui agli articoli 84, 85, 78 e 98 non sono tra loro cumulabili e non sono cumulabili con l’indennità di cui all’art. 44 del decreto legge Cura Italia 17 marzo 2020 n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020 n. 27. Le suddette indennità sono cumulabili con l’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge 12 giugno 1984 n. 222». Se di refuso si tratta, serve un immediato errata corrige al fine di evitare che una enorme platea di professionisti, bloccati nella propria attività lavorativa a causa del lockdown e delle conseguenze dell’emergenza coronavirus, restino anche senza questa minima fonte di sostentamento.
Nella mattinata di oggi il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha tamponato la polemica pubblicando un post su facebook in cui assicura che: «Il bonus di 600 euro per i professionisti iscritti alle casse di previdenza privata che l’hanno già percepito a marzo verrà erogato anche per i mesi di aprile e maggio». «L’art. 44 del Decreto Cura Italia conteneva, infatti, anche le risorse per le indennità di lavoratori stagionali, intermittenti, prestatori d’opera, lavoratori porta a porta che nel Decreto Rilancio sono stati inseriti in un’altra norma (art. 78) – spiega il ministro – Nei prossimi giorni emanerò il decreto interministeriale che assegnerà alla casse le risorse necessarie».