«FACCIA TOSTA: RINCARI IN PIENA EMERGENZA COVID”
“Occorre avere una bella faccia tosta per incrementare le bollette dell’acqua in piena emergenza da Coronavirus, come ha fatto ACEA sulla base di una delibera di Novembre 2019”, tuona il Forum. Si tratta di “un aumento giustificato da nessun miglioramento tangibile del servizio – lamentano gli attivisti -, ma solo finalizzato ad accrescere gli utili degli azionisti. Un incremento, avallato da ARERA, la famigerata Authority che ha stabilito, tra l’altro, il blocco dei distacchi solo fino al 17 Maggio sempre in barba all’emergenza ancora in corso”. Nel mirino del Forum c’è anche il gravissimo problema della carenza idrica, a cominciare dalla Capitale.
“POTABILIZZATORI” DI ACQUA INQUINATISSIMA?
“Altro tema su cui dovrebbe impegnarsi ACEA – affermano i cittadini per l’acqua bene comune – è quello di organizzarsi per la scarsità idrica collegata all’emergenza climatica ormai conclamata, piuttosto che “scoprire” ogni estate che le falde idriche sono sempre più in sofferenza. Crisi idriche che evidentemente non si affrontano certamente procurando disastri ambientali come avvenuto al lago di Bracciano nel 2017 così come ha rilevato, in una recente sentenza, il Tribunale di Civitavecchia né tanto meno costruendo costosissimi potabilizzatori delle acque del Tevere che si intende dar da bere ai cittadini ed alle cittadine della Capitale!”. La dura critica tira punta il dito anche contro il megaprogetto scoperto e reso noto dal giornale Il Caffè a luglio 2018: l’impianto per “potabilizzare” l’acqua del fiume Tevere, deciso in fretta e furia. Costruito in località Grottarossa, a Roma nord, ora ha anche un primo ok dalla Regione Lazio. Intanto Acea ha intenzione di realizzare un secondo “potabilizzatore”, 5 volte più grande (2.500 litri al secondo). Il piano Acea intende dare l’acqua del Tevere non solo a Roma, ma all’inte ambito idrico Ato2 compresi tutti i comuni dei Castelli Romani, più Ardea e Pomezia: quasi 4 milioni di cittadini su 6 milioni di residenti nel Lazio.
«INVESTITE SULLE RETI COLABRODO»
“La via maestra – suggerisce il Forum dei movimenti per l’acqua – è un’altra e consiste nello stanziamento di risorse per risolvere il problema della dispersione idrica che è del 41,3%, secondo gli ultimi dati disponibili del 2018 (44%, risulta al Caffè, ndr). Acea e il Comune di Roma avevano dichiarato nel 2016 di voler intervenire sulla rete idrica romana varando un progetto di ripristino delle condotte, e di provvedere alla manutenzione delle protezioni catodiche, al fine di risanare le perdite sulla rete. Tuttavia -ricoRdano gli attivisti romani -, il management, non ha dato corso ai buoni propositi sbandierati anche a livello politico nella campagna elettorale per le elezioni comunali, ossia reinvestire i profitti per la progressiva riduzione delle perdite, causando lo spreco di una risorsa preziosa come è l’acqua di Roma considerata una delle migliori acque d’Europa. È questo che i cittadini e le cittadine si aspettano dall’assemblea degli azionisti convocata per il 29 Maggio. I soldi ci sono: basta non distribuire dividendi ai privati nel 2020”.
AGEVOLAZIONI, ESENZIONI E NIENTE DISTACCHI
Mentre si apprende che l’amministratore delegato di Acea Spa, Stefano Donnarumma lascia la carica con un buono uscita di 996mila euro dopo 3 anni, il Forum dei movimenti per l’acqua chiede le seguenti misure di equità sociale a Roma Capitale:
– lo stop alla distribuzione dei dividendi ai privati per il 2020. Stiamo parlando di ingenti risorse (nel 2019 il dividendo di ACEA eÌ€ stato di circa 151 milioni di €) che potrebbero essere utilizzate per finanziare investimenti che sappiamo essere estremamente necessari visto che la rete idrica romana ha perdite del 41,3% (dati 2018).
– il riallaccio di tutte le utenze domestiche disalimentate e ancora oggi senza accesso alla fornitura d’acqua, di gas ed energia elettrica;
PiuÌ€ in generale chiedono alla Sindaca di Roma Capitale e a tutta l’Amministrazione Capitolina di mettere in campo tutte le iniziative utili per richiedere al Governo e ad ARERA, l’Autorità di regolazione del settore idrico:
– l’applicazione della tariffa di quarantena, ossia l’applicazione della tariffa agevolata alle utenze domestiche fino al termine dell’emergenza sanitaria ed econonomica;
– l’esenzione del pagamento per gli utenti che non hanno reddito con un ampliamento dei criteri giaÌ€ previsti nella disciplina del Bonus idrico ed energetico;
– il pagamento dei soli costi vivi di consumo, al netto degli oneri fissi in bolletta.