L’edilizia della Capitale, più in generale laziale, sta vivendo a causa del Coronavirus una crisi di portata storica che ha aggravato lo stato di pesante recessione economica che già incombeva sull’intero settore da ormai più di un decennio. A questi problemi, si è aggiunto anche il recente ricorso alla Corte Costituzionale presentato dal Governo Conte bis contro il nuovo Piano Territoriale Paesistico Regionale del Lazio, il documento che stabilisce dove, come e a quali condizioni si può costruire un nuovo immobile o ampliarne uno preesistente.
Il Piano è stato approvato dal Consiglio regionale ad agosto 2019, ma pubblicato sul bollettino regionale solo a metà febbraio. Il ricorso ha gettato nell’incertezza i molti operatori del settore che attendevano invece certezze e aiuti/incentivi fiscali per ripartire, ma è stato invece ‘benedetto’ dalle associazioni e comitati cittadini romani, come Italia Nostra e Carte In Regola, che accusano da mesi senza mezzi termini la Giunta Zingaretti di non aver adeguatamente tutelato la città storica di Roma, ossia l’area ricompresa all’interno delle mura aureliane. Il Caffè di Roma ha parlato con Massimiliano Valeriani, assessore all’Urbanistica della Regione Lazio.
Gli operatori del settore edile, ma anche gli Enti pubblici – ancora di più in questo momento di crisi straordinaria – hanno bisogno di certezze. Il PTPR del Lazio rischia davvero di decadere e lasciare il territorio senza tutele?
“Il nuovo PTPR del Lazio era atteso da oltre 30 anni e rappresenta uno dei maggiori risultati di questa Consigliatura perché consente finalmente di fornire certezze e regole chiare per la gestione del territorio. Il provvedimento è frutto di oltre un anno di lavoro del Consiglio regionale: nel corso di questo periodo sono stati invitati più volte in audizione i rappresentanti del Ministero, ma non si è mai presentato nessuno. Ora ci viene detto che la Regione non poteva approvare il Piano paesistico perché risulta una competenza statale: un giudizio che noi confuteremo visto che l’assegnazione della materia è un’esclusiva delle Regioni, d’intesa con il Ministero dei Beni Culturali. Il PTPR è assolutamente coerente con quanto prevede il Codice Urbani e la Regione difenderà il percorso seguito”.
Il Mibact quali eccezioni ha richiesto alla Regione Lazio sul PTPR?
“Le osservazioni riguardano un presunto allentamento dei vincoli e il tema delle tutele del centro storico di Roma. Il primo caso attiene al conflitto di competenze tra Ministero e Regione, mentre per quanto concerne la salvaguardia della città, la Regione ha irrigidito le tutele e ha fatto chiarezza sulle procedure, delegando al Comune di Roma e alla Soprintendenza capitolina, in accordo con il Mibact, il compito di vincolare in maniera puntuale il centro storico della città”.
Confida in una conciliazione tra Governo e Regione: crede che il Governo sia disposto a ritirare il ricorso nel caso in cui le sue richieste vengano accettate?
“La Direzione regionale competente ha già predisposto un lavoro istruttorio per mettere in evidenza il testo approvato e le osservazioni. Questi documenti saranno forniti ai consiglieri regionali per consentire loro di fare ogni valutazione possibile. La Giunta è a disposizione delle decisioni e dell’eventuale percorso che il Consiglio vorrà intraprendere: approvare una rettifica puntale delle norme contestate oppure attendere il pronunciamento della Consulta”.
In attesa della sentenza della Corte Costituzionale, quali iniziative politiche e/o istituzionali avete intenzione di portare avanti, come Regione Lazio, per minimizzare i rischi di incertezza che incombono sul settore edile?
“Il nuovo PTPR non è intervenuto in alcun modo sulle tavole e sui vincoli perchè sono attribuzioni ministeriali, ma punta alla valorizzazione del territorio in tutte quelle aree non sottoposte a vincoli. Un conto, quindi, è la presunta incostituzionalità del provvedimento, da cui la Regione si difenderà, mentre un altro aspetto è un’intesa auspicabile, ma non obbligatoria, che serve a far scattare le semplificazioni urbanistiche”.
Alcune associazioni, principalmente Italia Nostra e Carte in Regola, hanno chiesto a più riprese la tutela del centro storico di Roma con un apposito vincolo, visto che l’area interna al perimetro della città vecchia nel PTPR rimane senza vincoli di tutela particolari: cosa ne pensa?
“Ribadisco che il PTPR ha rafforzato il sistema delle tutele del centro storico di Roma e ha evitato un affastellamento di competenze e di confusione burocratica, assegnando al Campidoglio e alla Soprintendenza capitolina, sempre d’intesa con il Mibact, il compito di applicare maggiori vincoli. Una posizione già anticipata con la questione dei villini storici, per i quali abbiamo sempre sostenuto che non fossero messi in pericolo dalla legge regionale sulla rigenerazione urbana, né che dovessero rientrare in una forma di tutela regionale. È stata infatti la Soprintendenza capitolina ad applicare dei vincoli puntuali sui singoli edifici storici che andavano salvaguardati”.
Ritiene con il bonus edilizio varato dal Governo possa aiutare realmente questo settore fortemente in crisi?
“Auspico che questa misura nazionale possa contribuire a rilanciare un settore rilevante per l’economia del Paese, mentre per quanto riguarda l’Amministrazione regionale, nei giorni scorsi il presidente Zingaretti ha annunciato in Consiglio un piano di opere pubbliche da due miliardi di euro per sostenere il lavoro e lo sviluppo produttivo e infrastrutturale a Roma e nel Lazio. Questo programma di interventi interesserà anche il comparto dell’edilizia con notevoli risorse per il completamento e la realizzazione di molti progetti. Nulla però sarà più come prima: pertanto per favorire la ripresa economica ora diventa fondamentale anche semplificare le procedure e snellire la burocrazia con l’obiettivo di ridurre i tempi e garantire regole certe. Ed è proprio quello che abbiamo fatto con il nuovo PTPR del Lazio”.