Non si sa chi inquina e dunque tutti restano liberi di inquinare. Una morale amara quella che viene fuori dall’ennesima sentenza del Tar del Lazio, con cui è stato annullato il provvedimento regionale che imponeva a Rai Way spa, società del gruppo Rai che gestisce gli impianti di diffusione del segnale radiotelevisivo, di ridurre le emissioni elettomagnetiche a Rocca di Papa. Va avanti così da anni. Troppi anni. A Rocca di Papa con i ripetitori sembra quasi di giocare a un triste gioco dell’oca, dove si torna sempre al punto di partenza e a perdere sono sempre i cittadini. Ogni volta che si scorge un tentativo di ridimensionare “antennopoli” spunta un cavillo o un errore compiuto da chi è incaricato di tutelare la salute pubblica. E le onde considerate pericolose per la salute continuano a essere irradiate. Anche questa volta è andata così. Sollecitata a fare dei controlli dal Comune, l’Arpa Lazio ha effettuato delle misurazioni dei campi elettromagnetici in via Prato Fabio e ha appurato il superamento dei limiti. A Rai Way, come ad altre società che gestiscono gli impianti, con determina dirigenziale della Regione Lazio, il 26 aprile dell’anno scorso, è stato imposto di “ridurre a conformità il valore del campo elettromagnetico generato dai propri impianti di trasmissione”. C’era da aspettarsi che almeno questa volta fosse stata fatta un’indagine rigorosa. E invece, a quanto pare, no. Non sarebbe stato minimamente appurato quali ripetitori superavano i limiti di legge, quali fossero autorizzati e quali abusivi e ogni singola società per quali tipi di emissioni fosse autorizzata dal Ministero dello sviluppo economico. Le diverse aziende non sono state neppure coinvolte negli accertamenti e non hanno così avuto modo di difendersi. Semplicemente è stato misurato il superamento dei limiti di legge ed è stato chiesto a tutte le società che in quella zona hanno impianti di trasmissione di ridurre le emissioni elettromagnetiche. Per Rai Way ottenere l’annullamento del provvedimento al Tar è stato dunque facile. Tanto che i giudici amministrativi hanno parlato di “infelice formulazione della motivazione del provvedimento impugnato”. E di una “evidente illegittimità” dello stesso. Un ceffone sonoro per un ente come la Regione Lazio, condannata anche a risarcire 2.500 euro di spese a Rai Way. Con i cittadini che finiscono per essere i grandi sconfitti, costretti a continuare ad essere bombardati di onde elettromagnetiche.
19/05/2020