Assessora, il suo assessorato ha un compito molto difficile in questa emergenza, ci dice quali sono state le misure finora attuate?
“La Regione Lazio ha attivato i Fondi di riprogrammazione per consentire ai distretti la spesa di 5,5 milioni allo scopo di garantire i servizi socio-assistenziali durante l’emergenza da coronavirus. Abbiamo approvato il “Buono spesa”, il provvedimento che stanzia 19 milioni di euro in favore dei Comuni per far fronte alle difficoltà economiche delle famiglie, causate dall’emergenza Covid-19. Al Comune di Roma capitale sono stati destinati 7 milioni di euro, mentre i restanti 12 milioni di euro sono stati ripartiti tra gli altri Comuni del Lazio, in proporzione alla popolazione. Il buono spesa o pacco alimentare ha un valore di 5 euro a persona al giorno, elevabile a 7 euro in caso di minore. Il massimo importo concedibile per singolo nucleo familiare ammonta a 100 euro a settimana. Le spese per medicinali sono riconosciute in base alla situazione di disagio economico, fino a un massimo di 100 euro al mese. Siamo anche intervenuti a sostegno del terzo settore con un avviso che, tra le prima e la seconda tranche di risorse, ha assicurato un investimento totale di 4,74 milioni di euro come aiuto straordinario per i servizi resi ai cittadini. Inoltre, abbiamo stanziato 14 milioni di euro in favore degli asili nido, pubblici, convenzionati e privati”.
Come sta andando la gestione dei buoni spesa? Siete riusciti a gestirli con la collaborazione delle associazioni del terzo settore?
“Abbiamo attivato un monitoraggio attraverso una piattaforma informatica su cui tutti i Comuni devono caricare i rispettivi dati riguardanti il numero dei buoni erogati, quello delle famiglie coinvolte e il totale dei cittadini che ne usufruiscono. Questo strumento ci servirà sia per valutare l’impatto delle nostre iniziative sui territori sia per avere una mappatura del fabbisogno territoriale. Il terzo settore ha un ruolo cruciale in questo momento nella gestione dei buoni spesa e per i medicinali, ma non solo. E il protocollo siglato a inizio aprile in merito all’applicazione dell’articolo 48 del decreto “Cura Italia” per la rimodulazione dei servizi, ha come firmatari anche i rappresentanti del mondo del volontariato e del terzo settore”.
C’è il problema dei nuovi poveri, assessore, ha qualche stima? Quante sono le famiglie che si sono rivolte a voi per ricevere aiuti?
“La crisi sanitaria si è purtroppo trasformata presto in crisi socio-economica. Le tante attività chiuse e la sospensione di numerosi settori hanno aggravato le condizioni di migliaia di famiglie: a quelle che già faticavano ad arrivare a fine mese se ne sono aggiunte tante altre, in cui i genitori sono finiti in cassa integrazione o, peggio, lavorando al nero, non possono accedere agli ammortizzatori sociali. Al momento, stiamo elaborando i dati sinora inviati dai Comuni del Lazio per fare un primo punto della situazione”.
Di cosa hanno bisogno in questo momento?
“L’urgenza attuale è soddisfare i bisogni primari. Per questo, abbiamo modulato i bonus in modo che possano essere utilizzati per l’acquisto di cibo e di medicinali. Inoltre, per chi usufruiva di servizi socio-assistenziali abbiamo consentito ai distretti di rimodulare le prestazioni a domicilio o in altre forme consentite dalle attuali disposizioni per garantire la continuità dell’aiuto fornito”.
Per chi ricomincia a lavorare c’è il problema dei figli, che soluzioni ci sono?
“Il decreto “Cura Italia” ha previsto, a partire dal 5 marzo e a seguito della sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine, uno specifico congedo parentale per la cura dei figli di età non superiore a 12 anni o, in alternativa, un bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting. Come Regione Lazio, siamo tra i primi in Italia ad intervenire con un investimento cospicuo sugli asili nido al fine sia di assicurare la ripartenza dei servizi nella fase 2, sia a sostegno delle famiglie sia dei lavoratori del settore. Per questo, abbiamo investito 3 milioni di euro sui nidi privati accreditati e 8 milioni di euro sui nidi privati autorizzati ma privi di accreditamento. Inoltre, per gli asili pubblici o in convenzione, la Regione Lazio ha rivisto l’originaria destinazione dei fondi per l’abbattimento delle rette, pari a 6 milioni di euro. La quota che potrà essere utilizzata per fronteggiare l’emergenza è quella riferita al periodo da marzo a luglio e ammonta a circa 3 milioni di euro. Risorse da spendere per sostenere i costi di gestione e rimodulare i servizi sospesi, come previsto dall’articolo 48 del decreto Cura Italia. La rimodulazione avverrà grazie alla co-progettazione tra gli enti gestori e i Comuni, come previsto dal protocollo di intesa promosso dalla Regione tra Anci Lazio, il Terzo settore, le Cooperative sociali e le Organizzazioni sindacali”.
Molti studiosi ritengono che questa pandemia amplierà la forbice, i poveri e gli ultimi saranno ancora più poveri. Cosa si può fare in concreto?
“La Regione Lazio è consapevole delle conseguenze nefaste che l’emergenza da Covid-19 ha provocato e provocherà nei prossimi mesi. Il nostro impegno, come già dimostrato in queste settimane, è quello di continuare ad ascoltare i territori per cogliere con puntualità le richieste e i fabbisogni. Dare risposte tempestive e concrete, sburocratizzando gli interventi, è quello che stiamo facendo dall’inizio della pandemia. Continueremo nei prossimi mesi a lavorare ogni giorno perché la ripartenza sia di tutti e per tutti. Per farlo, sarà fondamentale mantenere una rete di collaborazione quotidiana con i Comuni, il Terzo settore, le cooperative, i sindacati”.
I bambini sono stati particolarmente svantaggiati in questo periodo, cosa si può fare concretamente per l’infanzia?
“Ribadisco la valenza degli interventi già messi in campo per gli asili nido. Stiamo facendo da apripista in Italia affinché le strutture, pubbliche e private, vengano messe nelle condizioni di resistere in questi mesi in cui il servizio è sospeso e di ripartire non appena ci saranno le condizioni. In questo modo, vogliamo garantire sia l’occupazione sia prestazioni fondamentali per il benessere dei piccoli e dei loro genitori. Annuncio che per il prossimo anno educativo attueremo un altro intervento straordinario per l’abbattimento delle rette con un investimento di 10 milioni di euro. Stiamo, inoltre, elaborando un piano per l’infanzia e per le famiglie con ulteriori interventi concreti per la Fase 2”.
Assessore lasciamoci con un messaggio positivo, anche un appello che vuole fare affinché tutti diano il loro contributo per far ripartire il nostro territorio
“Quello che stiamo attraversando è un periodo buio di cui nessuno, fino a pochi mesi fa, aveva alcuna idea. Siamo stati costretti tutti a rivoluzionare la nostra vita, restando lontani dai nostri cari per settimane, cercando di garantire un pizzico di normalità ai più piccoli. Per chi già aveva difficoltà economiche o sociali, il Covid-19 ha causato un crisi pesantissima. La Regione Lazio ha cercato da subito di mettere in campo azioni concrete e immediate per alleviare le conseguenze negative del coronavirus. Lo abbiamo fatto mettendoci la testa ma anche il cuore. Ora non dobbiamo vanificare gli immensi sforzi che i cittadini hanno compiuto sinora. La progressiva riapertura non significa che il virus è stato sconfitto. Lo sarà solo con il vaccino e la Regione Lazio sta investendo per trovarlo. Adesso occorre responsabilità individuale da parte di tutti. La nostra sarà anche quella di continuare ad ascoltare tutti perché nella Fase 2 nessuno venga lasciato indietro”.