RIDA AMBIENTE DICE CHE NON LI DEVE VERSARE
Ma la Rida ritiene che nel suo caso non sia così. La ditta è convinta che la sua fabbrica di balle per inceneritori non risulta tra gli impianti indicati dal decreto regionale. Tale decreto parla di discariche, impianti di preselezione, termovalorizzatori (il nome fraudolento ed eufemistico con cui solo in Italia vengono chiamati i forni per incenerire rifiuti, anziché riciclarli) e stazioni di trasferenza (punti di passaggio per stoccaggio e avvio a smaltimento o riciclo). Sulla questione è in corso un ingarbugliato contenzioso legale. La fabbrica di balle per inceneritori della Rida, negli anni ha visto lievitare la capacità autorizzata fino alle attuali 409mila tonnellate l’anno, oltre un quinto del totale dei rifiuti indifferenziati autorizzato nell’intero Lazio, a fronte di un fabbisogno provinciale di 127.571 tonnellate l’anno. Un bel carico, insomma, per il quale però la comunità “ospitante” non sta vedendo il previsto ristoro economico che tutti gli utenti hanno pagato ai Comuni e questi hanno girato alla Rida. E che Rida si è tenuta, trascinando Aprilia in tribunale.
APRILIA METTE IN MORA I COMUNI CLIENTI DI RIDA
Per smarcarsi dalle pastoie giudiziarie, il Sindaco Terra sta scrivendo a tutti i colleghi dei Comuni che portano la loro immondizia indifferenziata alla Rida Ambiente, in zona Selciatella. Qui l’immondizia viene selezionata, sminuzzata e trasformata in balle da bruciare negli inceneritori, mentre la parte residua viene portata in discarica. Tra il 19 marzo e il 21 aprile, il primo cittadino di Aprilia ha chiesto formalmente a 24 Comuni di versare il famoso benefit del 4% direttamente al Comune di Aprilia. Non solo: comunica anche che li mette in mora gli altri Comuni, avvertendo che le norme di riferimento “attribuiscono la responsabilitaÌ€ solidale fra produttori dei rifiuti (Comuni utenti dell’impianto di Rida Ambiente srl) e gestore dell’impianto di trattamento (Rida Ambiente srl) per le obbligazioni relative al servizio di trattamento e smaltimento dei rifiuti”. In pratica, se non riesce a riscuotere dalla ditta, tocca ai Comuni clienti della ditta stessa pagare. Tra i Comuni ai quali Terra ha fatto scrivere ci sono Latina, Sabaudia, Albano, Anzio, Nettuno, Ariccia, Lanuvio, Cisterna, Marino, Velletri, Castel Gandolfo, Genzano di Roma, Priverno, Pontinia, San Felice Circeo, Sezze. E per altri 12 Municipi, il Comune di Aprilia sta preparando analoga comunicazione ufficiale.
INTERESSATE 2 PROCURE PENALI E LA CORTE DEI CONTI
“Al fine di introitare le suddette somme dovute, l’amministrazione comunale di Aprilia intende intraprendere iniziative anche nei confronti dei Comuni debitori del benefit ambiente”. Così scrive il dirigente del Settore Ambiente ed Ecologia del Comune di Aprilia, l’architetto Paolo Terribili, precisando che la lettera “costituisce formale avviso e messa in mora nei confronti dell’Ente al quale eÌ€ diretta”. La messa in mora non piace però ai colleghi del Sindaco Terra: dagli altri Comuni gli stanno rispondendo che loro hanno già dato e che non vi è nessuna corresponsabilità tra loro e Rida Ambiente. Non potete imputare a noi “l’inadempienza in ordine al mancato versamento nelle casse del Comune di Aprilia”, replicano ad esempio da Tivoli dove peraltro i dirigenti comunali coinvolti diffidano Aprilia “dal voler intraprendere nei confronti del Comune di Tivoli qualsiasi azione volta ad ottenere, in via solidale, il pagamento delle somme oggetto della messa in mora”.
La lettera del Comune di Aprilia è stata inoltrata anche alle Procure della Repubblica di Roma e Latina e alla Procura regionale della Corte dei Conti. Quest’ultima magistratura si occupa di indagare sui danni procurati alle casse pubbliche. «Agli altri Comuni – spiega il Sindaco di Aprilia al Caffè – non chiediamo di pagare direttamente a noi i benefit che hanno già versato a Rida, ma quelli da versare d’ora in avanti».
RIDA CHIEDE AI COMUNI “AUTORIZZAZIONE” A GIRARE I BENEFIT
A sua volta, la Rida chiede ai Comuni di autorizzarla a girare al Comune di Aprilia i benefit che ha incassato e accantonato. Tale autorizzazione – scrive Rida – sarebbe “necessaria e indifferibile”. “Il relativo pagamento non risulta subordinato ad autorizzazione del committente […] la Vostra richiesta risulta improcedibile”, cioè del Comune cliente della Rida. Così gli hanno risposto il 3 aprile scorso i tre dirigenti del Comune di Cisterna, gli ingegneri Gian Pietro De Biaggio e Marco Rosolia con l’architetto Luca De Vincenti che invitano nuovamente la società “al coerente, tempestivo adempimento degli obblighi derivanti dalle norme e dal contratto” e richiamano esplicitamente la normativa regionale (legge 27/1998 e D.C 15/2005). Già il 27 marzo gli avevano scritto analogo invito “alla tempestiva corresponsione del benefit ambientale dovuto al Comune di Aprilia in conformità alle previsioni contrattuali correnti e pregresse”. Anche la loro risposta è stata inviata ai magistrati penali di Roma e Latina nonché alla Procura regionale della Corte dei Conti. Dal canto suo, Rida ha prontamente replicato che, “senza acquiescenza” – cioè senza dargli ragione né accettare – “in ipotesi di rigetto dell’istanza procederemo di conseguenza al versamento delle somme al comune di Aprilia”. Cioè solo se glielo dirà il giudice al quale ha chiesto di sospendere l’ordine di pagamento.
«CON QUEI SOLDI CI POTREMMO FARE SCUOLE E STRADE»
«Ora ci si è messo pure il coronavirus ad aggravare la situazione e a far allungare i tempi, con il blocco delle attività giudiziarie – lamenta il sindaco di Aprilia –. Ormai siamo intorno ai 7 milioni e mezzo di benefit che Rida, dal 2014 ad oggi, ha incassato e non ci versa. Sono somme che ci spettano per legge, somme importanti: basti pensare che mediamente la nostra spesa corrente in un anno è di circa 50 milioni di euro». Un centinaio di euro a testa per ognuno dei quasi 75mila residenti. «Adesso basta: la Regione Lazio deve togliere il “giocattolo” alla Rida. Con quei soldi che ci deve Rida, ci potremmo ad esempio costruire la nuova scuola Marconi, per la quale abbiamo già il progetto di massima approvato. Oppure ci potremmo mettere in sicurezza altre strade. Inoltre, stiamo subendo un danno da Rida sicuramente perché siamo costretti a pagare interessi per ulteriori anticipazioni di cassa concesse dalle banche al nostro Comune. Perciò abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti che si sta muovendo e sta approfondendo». La situazione si sta arrotolando in un curioso circolo vizioso. La parola ora passa alla Regione Lazio. È lì, infatti – tra gli uffici diretti dall’ing. Flaminia Tosini e nell’apparato politico amministrativo regionale – che possono decidere di cambiare le modalità di pagamento dei benefit ambientali, facendoli versare direttamente ai Comuni beneficiari.