Da quando si sono chiuse le scuole, noi alunni della seconda C della Scuola Secondaria di primo grado di Cecchina, abbiamo deciso di scrivere un diario “Covid 19”, con la nostra professoressa di lettere Paola Aiello, per annotare pensieri, riflessioni, ansie e paure di questo periodo particolare che nessuno avrebbe mai pensato di vivere. Il quattro marzo è stato il nostro ultimo giorno di scuola; all’improvviso, abbiamo lasciato abitudini, amici, parenti, professori. Le nostre vite, in poche ore, sono cambiate. Chi è fortunato trascorre le sue giornate tra casa e giardino; chi ha pochi metri quadrati deve condividere ore, computer, lavori con tutti i membri della famiglia. Al nostro diario, affidiamo anche i nostri desideri più nascosti! Quando tutto sarà finito, sarà bello rileggere, ricordare e…riflettere su quanto accaduto e su quanto scritto!
Caro diario, oggi, sono qui per raccontarti come sto vivendo questo periodo. Tutti sono preoccupati per il virus arrivato dalla Cina; si dice che viaggi con le persone, che sia molto contagioso e pericoloso! Alla tv, si parla solo di malati, di morti. Io sono costretta a stare in casa; in realtà, con tutto questo tempo libero, posso riposarmi di più, ma anche annoiarmi… Le mie giornate erano occupate dalla danza; per fortuna, non ho lasciato la mia passione, perché, con delle videoconferenze, io, il mio gruppetto e Gioia (la mia insegnante) ci sentiamo per allenarci. Il mio tempo non è solo occupato dalla danza, ma anche da tutti i compiti che le professoresse ci assegnano; praticamente, ci danno più compiti ora che in tutto l’anno. Viviana Bernardo.
Lo scorso 19 marzo, si festeggiavano tutti i papà del mondo, anche oggi, il mio sta a lavoro. Lui è un poliziotto, perciò, ogni giorno, rischia la sua vita per salvarne un’altra. Con il Coronavirus in giro, sarebbe meglio non uscire da casa, ma lui fa solo il suo dovere! Aspetto davanti alla finestra il suo ritorno con ansia e, quando arriva, faccio un bel sospiro di sollievo. Forse, non mi dovrei preoccupare così tanto, ma io ci tengo a lui e non vorrei perdere nessuno della mia famiglia. Ogni volta che Papà torna dal lavoro, gli facciamo trovare qualche dolcetto preparato da noi di quelli che a lui piacciono di più. Gaia Belluzzo
Caro Diario, ormai, sono trascorsi alcuni giorni dalla chiusura della scuola e, oltre ai compiti, alle belle video lezioni con i professori e i compagni, non so come trascorrere il tempo. Mamma prepara ottime pietanze, ma il mio unico desiderio è quello di uscire con le mie amiche a respirare l’aria colma di profumi di questa tiepida e triste primavera. Giulia Mazzaroni
Caro diario, in questi giorni, anche se mi annoio in po’, sono riuscita ad apprezzare il valore della famiglia: questa quarantena ci ha uniti di più e ci divertiamo a fare dolci deliziosi. Se torneremo alla vita quotidiana, credo che tutto l’amore e il divertimento scompariranno e ritorneranno le solite litigate dei miei genitori. Alla fine, questo Coronavirus ha fatto qualcosa di utile: ha fatto regnare l’armonia e la pace tra di noi!
Caro Diario, Le mie giornate trascorrono velocemente, tra prima colazione, video lezioni, gioco ai Lego, passeggiata con Tiffany, chiacchierate con Francesca e coreografie da inventare! Alcune volte, vorrei tornare alla normalità e, sinceramente, mi dà fastidio vedere tutti quei cartelloni con la scritta “andrà tutto bene”, perché, ogni giorno, vedo tanti morti a Bergamo e le persone che cantano dai balconi o scrivono slogan mi sembrano inopportune. Aurora Torregiani
Le nostre pagine continuano… Soprattutto la sera, quando il mondo già calmo si assopisce di più, affidiamo al nostro diario quello che sentiamo dentro e che, molte volte, non abbiamo il coraggio di dire nemmeno a noi stessi. Con il passare dei giorni, ci rendiamo sempre più conto di quanto sia importante godere delle piccole gioie della vita, senza lamentarci inutilmente. Solo quando le “piccole grandi cose” quotidiane vengono a mancarci, capiamo la loro importanza e, come per magia, vorremmo che tutto tornasse come prima. Con la tristezza nel cuore, ma anche con la speranza che è tipica degli adolescenti, auguriamo a tutti di superare questo capitolo della nostra storia, per raccontare, ai posteri, quanto bello sia vivere all’aria aperta, con le persone a noi care, in “perfetta armonia” con noi stessi, con gli altri e con tutto il creato.