L’epidemia potrebbe aver viaggiato sulle nostre autostrade, compresa la E35, di cui fa parte la A1 o autostrada del Sole, che passa per Roma e collega Milano a Napoli.
Questo emerge se consideriamo le 33 province che presentano almeno 1.000 contagiati totali, stando ai dati del 5 aprile. Tra queste vi è anche la provincia romana, ricordando che comunque mostra di aver superato il picco dei contagi con chiara tendenza a scendere. Ma cosa accomuna queste aree? È il fatto di essere attraversate da alcune tra le principali arterie autostradali. È uno dei nuovi risultati della complessa analisi con particolarissimi modelli matematici che stanno elaborando Giovanni Sebastiani, primo ricercatore all’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” del Consiglio nazionale delle ricerche, e Marco Massa del Dipartimento di Matematica dell’Imperial College di Londra. Monitorano e analizzano giorno per giorno la situazione dei nuovi contagi sulla base delle nuove diagnosi di Sars-Cov comunicate ufficialmente.
«Non è facile comprendere cosa accomuna queste 33 province con oltre 100mila contagiati totali e cosa le differenzia dalle altre 61 che hanno superato il picco – spiega il dottor Sebastiani -. Ecco un rilevante aspetto della distribuzione spaziale lungo il territorio italiano delle province più colpite: la stragrande maggioranza dei loro capoluoghi si trovano lungo quattro direttrici autostradali di carattere internazionale», sottolinea il ricercatore che elenca le seguenti arterie:
E35 – Milano, Piacenza, Parma, Reggio nell’Emilia, Modena, Bologna, Firenze, Roma e Napoli;
E70 – Torino, Alessandria, Piacenza, Cremona, Brescia, Verona, Vicenza, Padova e Venezia;
E55 – Bologna, Rimini, Pesaro e Urbino ed Ancona;
A22 del Brennero – Modena, Mantova, Verona, Trento, Bolzano.
Nella figura qui pubblicata osserviamo la mappa delle 33 province italiane con almeno 1.000 contagiati totali osservati fino al 5 aprile.
Esse sono: Bolzano, Napoli, Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Roma, Genova, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Varese, Ancona, Pesaro e Urbino, Alessandria, Cuneo, Torino, Firenze, Trento, Padova, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza.
«Ci sono poi collegamenti autostradali anche tra Milano e Genova, Torino e Cuneo, Bergamo e Brescia, Venezia e Treviso – aggiunge Sebastiani -. Notiamo infine che una delle due province dove si ha una percentuale di contagiati osservati rispetto alla popolazione della provincia maggiore dell’1% è Piacenza, che si trova nell’intersezione tra la E35 e la E70. Inoltre, la seconda provincia è quella di Cremona, che si trova a meno di 40 km dalla prima proprio lungo la E70. Da questi dati, viene naturale formulare l’ipotesi che il virus abbia viaggiato lungo l’autostrada. A questo proposito, sarebbe interessante determinare con che frequenza sono stati colpiti dal virus gli autotrasportatori».
E poi una doverosa precisazione sulle 4 province della Liguria: mostrano tutte di aver superato il picco e avere tendenza in calo, ma ciascuna mostra anche un aumento notevole del numero totale di contagiati osservati rispetto al 2 aprile. Che succede? «La spiegazione non ha niente a che vedere con l’evoluzione dell’epidemia – spiega il nostro ricercatore – basta notare che il 4 aprile per la Liguria c’erano più di 2.000 casi in via di definizione, mentre il 5 aprile essi sono poco più di 750. Prima che nei prossimi giorni qualcuno possa essere spaventato per un aumento dei casi in Lombardia, osserviamo che questa provincia ha a oggi più di 1.100 casi in via di definizione. Ci sono invece province che a breve potrebbero raggiungere valori trascurabili del numero di nuovi casi al giorno, come Crotone». L’invito resta sempre quello di non abbassare la guardia.