“Canto sempre due canzoni, per allietare il vicinato senza esagerare – racconta Marco –. Poi, cantando principalmente rock e ogni tanto qualche pezzo metal melodico e pop, lavoro sul dosare il tiro delle canzoni per non dar fastidio. Su internet sono seguito da molti rockettari e metallari di tutto il mondo: molti si collegano in diretta dall’estero o guardano la differita nei loro fusi orari e mi chiedono spesso di cantare canzoni dai miei dischi metal coi Sailing to Nowhere e coi Kaledon, ma li doso per non ammorbare il vicinato con canzoni non conosciute dalla massa”.
“In fondo il mio obiettivo è quello di dare al vicinato una decina di minuti di intrattenimento musicale per spezzare la monotonia della quarantena. Ma soprattutto incoraggiare il prossimo a non mollare, perché io in primis ho sofferto un bel po’ nella prima settimana di reclusione. E sembrerebbe che la cosa stia facendo piacere, a giudicare dai balconi, terrazze e finestre che si animano ogni volta che canto”.
I concerti proseguiranno fino a fine emergenza, “augurando a tutti noi che questo brutto capitolo di storia mondiale si chiuda al più presto”.