Assolti con formula piena. Si è concluso così, davanti al Tribunale di Velletri, il processo a carico dell’ex sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, e dell’ex capo dell’ufficio di staff, Marco Cestarelli, accusati di peculato. Secondo il pm Giuseppe Travaglini, alla luce delle indagini svolte dalla Guardia di finanza di Nettuno, le spese rimborsate a Chiavetta tra il 2009 e il 2012 e diventate oggetto d’inchiesta, erano state fatte passare falsamente come spese di rappresentanza, con l’avallo di Cestarelli. All’ex sindaco erano stati così contestati i rimborsi per vitto e alloggio della compagna e di altre persone, giustificati appunto come spese di rappresentanza per viaggi istituzionali, per un totale di 562 euro, oltre a pasti e pernottamenti, tra il 2009 e il 2011, a Trevignano Romano e Barletta. L’ex primo cittadino era poi stato accusato di essersi fatto rimborsare due volte le stesse spese per il ristorante, per un totale di 2.082 euro. Ed erano infine stati ritenuti frutto di peculato i rimborsi concessi per il fondo cassa con cui Chiavetta aveva acquistato cibo e bevande per rifocillarsi in Comune: 1.323 euro per Nutella, gallette di riso, Kinder cereali, acqua, Golia, salumi vari, porzioni di crocchette, insalata e hamburger. Un processo in cui si era anche costituito parte civile il Comune di Nettuno. Le ipotesi di reato, fin dall’inizio contestate dall’ex sindaco, si sono però sbriciolate nel corso del giudizio, conclusosi appunto con due piene assoluzioni.
06/03/2020