«Ieri mattina ho accompagnato Kuldip (nome di fantasia) in tribunale. Kuldip per sei anni ha lavorato come uno schiavo nell’azienda agricola di un criminale di Latina. Ha vissuto dentro una roulotte senza luce, acqua e gas. Lavorava 14 ore al giorno per 150 euro al mese. Quel criminale è stato assicurato alla giustizia grazie alla sua denuncia e per questo ha ottenuto un permesso di soggiorno premio. Ieri Kuldip ha raccontato tutto in aula con grande coraggio e determinazione, comprese le minacce di morte subite. Kuldip si è anche costituito parte civile». A parlare è Marco Omizzolo, presidente di in Migrazione e al fianco degli indiani residenti nell’agro pontino nelle loro battaglie contro il caporalato. In quest’ultima occasione, racconta cosa è successo all’uscita dal tribunale di Latina. «Credo che accompagnare queste persone – racconta – nel loro percorso di giustizia e libertà sia doveroso. All uscita dal tribunale mentre andavo a riprendere l auto ho trovato questa con una serie di ammaccature e lo specchietto rotto. Sarà sicuramente un caso e forse un’auto poco attenta ha prodotto il danno. Io comunque, per chiarezza, continuerò ad indagare, raccontare e denunciare le storie di donne e uomini sfruttati, italiani e stranieri. E comunque l auto è assicurata contro gli atti vandalici».
27/02/2020