Il progetto prevede la lettura interattiva del libro “Lina: storia di una gocciolina di latte” (editore Babele). Un viaggio per il mondo alla ricerca dei mammiferi, gli animali che si nutrono del latte della loro mamma. Anche il cucciolo d’uomo è protagonista della storia ed è così che i bambini si ritrovano ad essere i protagonisti della storia.
“La generazione delle mamme di oggi è cresciuta tenendo in braccio bambolotti già corredati di biberon dal bianchissimo contenuto che scompariva magicamente quando si giocava a nutrire il bambino” racconta una delle volontarie coinvolte nel progetto “senza dimenticare il ciuccio, spesso allegato al giocattolo, primo rimedio da imparare a usare per far smettere di piangere e far addormentare il bambino. Ancora oggi non è semplice trovare in commercio bambole senza il loro succhiotto o biberon e i bambini imparano giocando, oltre che imitando quello che vedono fare ai loro genitori”.
Ma qualcosa sta cambiando, lentamente, come sono lenti, faticosi e forti di consapevolezza i cambiamenti epocali. La Goccia Magica OdV è un’Organizzazione di Volontariato che svolge la sua attività a fianco delle madri, dei padri e dei loro bambini sul territorio dei Castelli Romani fino al litorale laziale e a Latina, con l’obiettivo di promuovere, proteggere e sostenere l’allattamento, in una società che ha perso la cultura e l’arte dell’allattamento.
La mission della Goccia Magica oltre che ideare e partecipare a progetti formativi sul territorio, conferma la presenza delle mamme peer to peer volontarie al Tavolo multidisciplinare, cioè composto da medici e operatori sanitari del territorio, dei 7 Passi per la Comunità Amica dei Bambini Unicef dell’ASL Roma 6. Un gruppo di lavoro che ha l’obbiettivo di perseguire il primo dei sette Piani di Prevenzione della Regione Lazio. Ad oggi solo la ASL Roma 2 della Regione Lazio ha raggiunto i requisiti minimi previsti dall’Unicef per l’attuazione del piano si salute pubblica più efficace, economico a breve, medio e lungo temine.
L’obiettivo resta quello di rendere sempre più solida la cultura dell’allattamento, perché nessuno si meravigli più davanti ad una donna che allatta in pubblico ma che anzi sia più spontaneo un sentimento di gratitudine sociale verso quel gesto, simbolo non solo di cure materne ma anche di sostenibilità e grande investimento per la salute di mamma e bambino, quindi della comunità intera.