Creare un biodistretto delle Colline e dei Castelli Romani alle porte di Roma, il comune agricolo più grande d’Europa. È questo l’obiettivo del coordinamento per la costituzione del comitato promotore che ha presentato l’iniziativa presso l’orto botanico dell’università di Roma Tor Vergata, con l’introduzione ed il saluto di Gianluigi Peduto Presidente del Parco dei Castelli Romani, e alla presenza delle maggiori associazioni nazionali come Federbio, Aiab, WWF, Isde, Biodinamici, Wigwam e associazioni internazionali, come Ifoam, Inner, Navdanya International, Cerealia che hanno confermato la propria partecipazione al comitato promotore con le loro articolazioni territoriali per fare assistenza tecnica al percorso costitutivo. Hanno garantito la propria adesione, a livello regionale, anche Legambiente e Federconsumatori. Presente Famiano Crucianelli, Presidente del Biodistretto della Via Amerina e delle Forre.
Un processo avviato all’indomani della pubblicazione della legge regionale che promuove e disciplina i biodistretti, che potrebbe fare del biodistretto delle Colline e dei Castelli Romani un punto di riferimento per il movimento nazionale (in Italia si contano già 34 biodistretti) e internazionale (nel mese di febbraio è nata l’alleanza mondiale dei biodistretti). Motore dell’iniziativa il coordinamento di produttori esercenti attività rurali aziendali, su delega di numerosi produttori rappresentativi del sistema economico e sociale e la fitta di rete di produttori agricoli e consumatori, oltre agli amministratori locali, che hanno dato vita all’esperienza dei Mercati Contadini di Roma, Castelli Romani e Città metropolitana, capace di coinvolgere negli anni migliaia di consumatori e centinaia di produttori, creando un volano per uno sviluppo alternativo, sostenibile ed ecocompatibile e valorizzando al contempo le risorse del territorio.
Il prossimo passo sarà continuare, sotto la regia degli enti d’area vasta (Parco Castelli Romani e Comunità Montana), con le iniziative di animazione territoriale per l’allargamento del Comitato promotore a tutte le amministrazioni comunali interessate. Spiega Marco Casella, responsabile del progetto Distretto Green: “Il biodistretto è un patto per la sostenibilità tra produttori, consumatori e amministrazioni. È inutile stabilire astrattamente ritagli territoriali che saranno definibili solo a seguito delle adesioni al comitato promotore. Da questo punto di vista, continua Casella, è fondamentale la collaborazione con l’Ente parco e la Comunità Montana per avere una cabina di regia prospettica sull’intero processo, a partire dalla costituzione del comitato promotore. Il Presidente del Parco dei Castelli Romani, Gianluigi Peduto, ha sottolineato l’importanza di una svolta biologica per le produzioni locali, portando ad esempio l’esperienza del vino biologico già prodotto nel territorio.
Presenti i rappresentanti di alcune amministrazioni comunali, il rappresentante del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e il coordinamento dei produttori esercenti attività rurali aziendali, su delega di numerosi produttori rappresentativi del sistema economico e sociale, e l’Orto Botanico dell’Università di Roma Tor Vergata, la cui direttrice Antonella Canini ha tenuto a ricordare come l’obiettivo principale del Biodistretto sia primariamente quello della valorizzazione del territorio, confermando la disponibilità delle strutture dell’Università di Tor Vergata da lei dirette a sostenere il percorso di costruzione del biodistretto.
Sarà dunque necessaria, al di là delle problematiche legislative, una governance sempre più condivisa del territorio come sostenuto da Sandra Di Ferdinando, rappresentante dell’Arsial, l’Agenzia regionale per l’agricoltura. L’avvio del percorso del biodistretto è stato tenuto a battesimo dalle principali organizzazioni che si occupano di biodistretti e di agroecologia a livello nazionale ed internazionale. Eva Castrucci ha ricordato che la rete dei Mercati Contadini di Roma e dei Castelli Romani comprende oltre un centinaio di piccole aziende agricole a conduzione familiare, organizzate in 16 mercati contadini a settimana, seguite e controllate da un gruppo di agronomi di parte terza che le indirizzano verso l’ecosostenibilità e l’agroecologia senza alcun finanziamento pubblico.