Un’intesa a prima vista
«Mi sono trovata subito bene nonostante venissi dal nord – dice suor Tomasina –. Sono arrivata nel 1956 e l’insegnamento è sempre stata la mia attività principale. Seguivo i bambini delle elementari. Riconosco di essere stata anche abbastanza severa (sorride) ma le classi contavano in media 55-56 alunni. Comunque la ricreazione la abbiamo sempre fatta e ci si divertiva tutti insieme: in particolare con le bambine giocavo a carte e con i bambini scambiavo le figurine dei calciatori». Una forte passione per il calcio, tifosa juventina, tutt’oggi non rinuncia alla lettura dei quotidiani sportivi. «La soddisfazione più bella dell’insegnamento? Vedere tanti miei ex alunni che hanno proseguito gli studi e si sono affermati nel lavoro. Significa che quanto seminato ha portato i frutti. Poi con molti di loro c’è ancora uno splendido rapporto, soprattutto con quelli che erano più vivaci e a cui dedicavo più attenzioni. Uno di questi per esempio ancora oggi mi porta i panettoni della sua attività artigianale».
Suora, maestra e… meteorologa
Tra le mansioni che suor Tomasina ha svolto nell’istituto San Giuseppe, c’era quella della rilevazione dei dati meteo. Un’attività seguita quotidianamente per circa quarant’anni con le strumentazioni montate sul tetto della scuola. «Negli anni ‘60, ci fu la necessità di individuare dei punti dove posizionare delle strumentazioni metereologiche. Si trattava di una vera e propria stazione metereologica e nessuno la voleva perché comportava un grosso impegno con un obbligo di prelevare i dati che ne uscivano tutte le mattine, alle 8 in punto, per poi spedirli con cadenza settimanale e mensile». Compito esclusivo di suor Tomasina che con dedizione, tra misurini, contenitori, orologi e termometri, annotava meticolosamente i dati relativi all’umidità, alle temperature massime e minime, alle precipitazioni, al vento. Una procedura consolidata fino agli inizi degli anni 2000 quando la tecnologia ha fatto il suo corso e l’apparato meteo è stato sostituito con uno di ultima generazione, tutt’ora efficiente. «Il problema era durante quei dieci giorni in cui suor Tomasina si assentava e bisognava sostituirla. Non potevamo assolutamente sbagliare altrimenti quando rientrava… e chi la voleva sentire», racconta una consorella. «Onestamente c’ero affezionata – dice suor Tomasina – e alla fine per questo servizio alla stazione metereologica ho anche ricevuto un compenso: ben 250 lire!». Recentemente alcuni studenti universitari hanno voluto constatare la presenza della stazione meteorologica sopra all’istituto San Giuseppe di Terracina per svolgere delle ricerche nel campo. Suor Tomasina, nonostante i suoi 90 anni e l’impossibilità a salire sul tetto ha dato il suo contribuito raccontando la sua esperienza.
Una Terracina diversa ma sempre uguale
«Molto è cambiato a Terracina da quando sono arrivata. Basti pensare che fino a qualche decennio fa erano tantissimi i bambini figli dei pescatori terracinesi. Oggi è una professione che non svolge quasi più nessuno. Gli stessi bambini sono diminuiti. Avevamo fino a 500 alunni nella nostra scuola, oggi ce ne sono circa 350. Anche la città è cambiata. Ho degli splendidi ricordi di quando qui davanti c’era lo stadio del Terracina e noi suore, insieme al parroco, tutte le domeniche salivamo sul tetto a vedere la partita. Era un appuntamento molto sentito. Poi è stato abbattuto negli anni ‘80 ed ha lasciato il posto ai palazzi. Ma anche per noi suore sono cambiati i tempi. Prima nell’istituto eravamo anche 20 suore, oggi siamo solo 7. Non è un discorso di leggi o regolamenti ma di diminuzione delle vocazioni. Tra i tanti cambiamenti però Terracina è sempre la stessa, nei suoi colori, nella sua forma e nella sua gente che si distingue per la grande generosità».