Almar’à è il nome della prima orchestra di donne arabe d’Italia pronta a lasciare senza fiato gli spettatori per la varietà di suoni e strumenti utilizzati. Tra le tredici donne che ne fanno parte, di nove provenienze geografiche diverse, c’è anche una latinense: Vera Petra. Laureata in cinese, ma esperta e appassionata di canto e percussioni etniche e dal mondo, porta nell’orchestra il “cajon”, una strumentazione originaria del Perù che si usa nel flamenco ma che ha riadattato alle esigenze del gruppo. «Almar’à vuol dire “donna con dignità” e calza a pennello con il nostro progetto, tutto al femminile, che riunisce sonorità diverse. Noi siamo soprattutto musiciste, al di là della nostra appartenenza geografica, e vogliamo dimostrare che la musica è come una lingua e non ammette differenze». La preparazione di Vera Petra nei ritmi arabi le ha permesso di integrarsi semplicemente nel gruppo multietnico, dove c’è contaminazione di musiche e di esperienze. I successi raggiunti dalla squadra sono già molti, tra cui il primo singolo pubblicato dal titolo “Rim Almar’à” che vuol dire Giovane donna, il supporto del MiBACT attraverso MigrArti, il sostegno della Fondazione Pianoterra e molte esibizioni in città del Paese. «Ma non a Latina – racconta Vera -. A volte si gira tanto e le difficoltà più grandi poi si trovano in casa. In città ho pochissimi amici con cui poter condividere la mia passione perché c’è poca cultura del settore, ma sarebbe un regalo bellissimo potermi esibire con l’orchestra proprio nella mia città».
13/02/2020