“Utilizziamo una lana non assorbita dal mercato e che altrimenti verrebbe bruciata o sotterrata e la trasformiamo in un messaggio a scopo solidale – spiega Ivana Apolloni di Gomitolo Rosa, l’associazione nazionale a capo del progetto -. Questo materiale scartato dalle mercerie si presta, infatti, alla creazione di oggetti che utilizziamo nel sociale: coperte, sciarpe, mantelle. Lavorare ad un progetto unico aiuta a sentirsi meno soli. L’obiettivo è moltiplicare la nostra presenza e possiamo farlo solo con la complicità dei direttori sanitari degli ospedali, se comprendono il valore del progetto. In questo Latina è all’avanguardia: abbiamo scoperto che il dottor Fabio Ricci lavora a maglia. Non abbiamo ancora capito se è un esperto o un principiante, ma vederlo con i ferri ci ha riempito di gioia”.
Nella stanza del reparto Breast Unit, dove si trovano le pazienti per la cura e l’assistenza del tumore al seno, la porta è sempre aperta. Di tanto in tanto si affaccia timidamente qualcuno incuriosito e in men che non si dica si mette all’opera, supervisionato dalle volontarie. C’è una signora che proprio domani sarà operata, ma che preferisce non parlarne. Ce n’è un’altra che attende la data dell’operazione e nel frattempo è diventata la più veloce a produrre questi esagoni (ogni colore corrisponde ad una malattia) che verranno trasformati in una coperta. Tutte le pazienti presenti non avevano mai cucito all’uncinetto o avevano imparato l’arte anni e anni fa e l’avevano poi messa in un cassetto. Fino ad adesso, in cui concentrarsi con pazienza e perseveranza al lavoro a maglia, insieme ad altre persone con le stesse problematiche, è tornato utile.
“Lavoravo a maglia quando i miei figli erano piccoli o quando facevano i compiti, così da dargli compagnia in silenzio – racconta una delle volontarie dell’associazione di Latinaknitcrochet diretta da Anna Bruno che ha portato al Goretti la lanaterapia -. Poi non c’è stato più tempo: lavoravo come insegnante di matematica e tra casa e figli ho dimenticato questa arte. Quando sono andata in pensione ho ritrovato i numeri in questa tecnica. Bisogna sempre tenere a mente quante catenelle realizzare, quanti passaggi fare. Ha aiutato me e può aiutare le donne che si trovano a dover combattere con un mostro più grande di loro”.