Presidente, si aspettava che la questione arrivasse in parlamento?
«Onestamente no. Non pensavo che il tema potesse riscuotere un’attenzione così elevata, ma ben venga. Questo ci permette di ragionare tutti insieme su un problema che esiste. I riflettori nazionali si sono accesi in quanto oggi si ragiona in termini globali sull’intero ecosistema Italia, anche se il numero dei daini considerati in eccesso (350 esemplari), sono poca cosa rispetto al panorama nazionale. Il piano del Circeo deriva dalle direttive in vigore che regolano la presenza degli ungulati sul territorio nazionale, il documento non fa altro che applicare le linee guida già individuate».
Perché gli abbattimenti sono realtà accettate altrove mentre al Circeo hanno generato scalpore?
«Ogni cosa va rapportata alla realtà sociale in cui si vive. Il Parco del Circeo non è un parco alpino, ha anche una vocazione turistica. L’idea che si preveda l’abbattimento degli animali non è accettata. Ma siamo noi stessi i primi ad impegnarci per evitare provvedimenti che poi vanno contro un sentimento comune. Al riguardo, lo stesso piano daini risulta ben fatto perché propone una gamma di opzioni prima di arrivare a quella meno gradita a tutti. In ogni caso la decisione finale sugli interventi spetterà all’Ispra, ente che detiene la gestione della fauna selvatica in Italia».
In passato al Circeo sono stati messi in atto altri piani di contenimenti per daini?
«Prima d’ora non mi risultano interventi di questo tipo sui daini anche se il fenomeno è sempre stato monitorato. Va detto che comunque non parliamo di criticità né emergenza. È un fenomeno che va osservato e contenuto. Se però oggi ci chiediamo cosa era possibile fare 10 anni fa per arginarlo, dobbiamo evitare che tra 10 anni ci si chieda perché nel 2020 non si è fatto nulla. Mi auguro che la sensibilità mostrata per il daino si manifestasse anche nei confronti di altre specie, in particolare quelle a rischio estinzione».
Qualora si arrivasse all’abbattimento è già definita la procedura per la “filiera” delle carni?
«Di questo non ne parliamo, è un aspetto che ritengo non sia necessario affrontare. Però, per fugare dubbi in merito a manovre o interessi economici, specifichiamo che essendo fauna selvatica, un ipotetico utile andrebbe all’erario e quindi alla collettività».
Si è parlato di richieste di adozioni. Quante ne sono arrivate?
«Ne stiamo ricevendo davvero tante sia da privati sia da enti pubblici. Tutte queste richieste verranno comunque raccolte ed analizzate insieme all’Ispra. Verrà fatto un esame complessivo. Essendo un animale selvatico, coloro che eventualmente lo riceveranno in affidamento in maniera atipica, dovranno garantire i principi di benessere generale in termini di spazio e sicurezza, di mantenimento e attenzione per evitare la ripetizione della problematica altrove».
Nei giorni scorsi si è riunito il consiglio direttivo. Cosa è stato deciso?
«Il direttivo ha effettuato un punto di situazione delle azioni da intraprendere a livello strategico, compreso il piano daini (confermandone la validità n.d.r.). Il consiglio è l’organo di vertice, collegiale e rappresentativo con all’interno personalità nominate dai ministeri e dall’Ispra. I temi sono stati tanti, tra l’altro ci troviamo in una fase in cui sta per partire l’approvazione del piano del Parco in cui ci sono delle ambizioni che vogliamo porre al rialzo, per un ente proteso al bene della natura, all’amore degli animali e all’educazione ambientale che viene espletata anche attraverso la conoscenza di questi fenomeni».
Ecco i daini del Circeo per cui si è mobilitata l’Italia intera
Al momento non ci sono termini perentori precisi per attuare tale piano di contenimento. Come ha spiegato il presidente Ricciardi nell’intervista, in questo momento non si parla ancora di emergenza. A breve prenderanno il via gli incontri con tutte le parti interessate per valutare la situazione migliore. Il 12 febbraio ci sarà anche il rinnovo del consiglio direttivo del parco e ci sarà una parziale rimodifica delle cariche che saranno interessate nelle decisioni future. Nelle foto si vedono alcuni esemplari di daini presenti nella riserva di Cerasella, all’interno del parco del Circeo.