La scorsa settimana Il Caffè di Roma ha intervistato Mauro Mannocchi di Assoartigiani Roma, che ha lamentato l’assenza di un marchio Made in Roma per le produzioni locali. Lei cosa ne pensa?
“Quest’iniziativa è già in essere e si sta sviluppando secondo step ben precisi. La necessità di dare un’identità precisa all’artigianato capitolino deriva, innanzitutto, da una priorità di tutela della qualità romana. Fregiarsi di un attestato di unicità rispetto alle altre produzioni, significa al tempo stesso distinguersi da attività di basso livello e difendersi dalla concorrenza sleale. Ma anche guadagnare in termini di visibilità e promozione sui mercati internazionali: ci si compatta con una brand identity forte che già di per sé è sinonimo di eccellenza, pregio. Stiamo puntando i riflettori sulle migliori realtà produttive territoriali, in tutti i comparti: artigianato, enogastronomia, tecnologia e moda”.
Come state strutturando il progetto?
“In primo luogo, stiamo definendo i criteri di qualità ed eccellenza romane, che chiaramente non sempre coincidono con la semplice sede di produzione. Sì alle imprese locali, ma soprattutto sì alle imprese che ci danno lustro con creazioni e produzioni di livello, particolarmente appetibili anche all’estero. Lo scopo è quello di dar vita a una domanda specifica di merci e servizi capitolini, fidelizzando un’utenza che veda appunto nel Made in Roma un valore aggiunto, fatto di competenza, talento, maestria. Tutti asset propri della nostra tradizione imprenditoriale, difficilmente replicabili”. Quale, dunque, il prossimo step operativo? “Siamo pronti per l’aspetto dell’E-Commerce, cioè per la diffusione delle produzioni capitoline eccellenti attraverso il canale della vendita online. Una vetrina virtuale è essenziale per il lancio delle nostre aziende su larga scala: abbiamo scelto lo spazio Made in Italy di ICE su Amazon, un bel risultato della sinergia avviata in questi mesi. A breve metteremo a disposizione degli operatori romani un form ufficiale per l’acquisizione delle domande di adesione all’iniziativa, con un grande coinvolgimento di tutte le associazioni di categoria locali che si faranno portavoci presso i rispettivi associati”.
Tra le vicende più calde del momento c’è la questione degli urtisti in Centro Storico. Un capitolo spinoso e delicato, a maggior ragione dopo l’aggressione al presidente della commissione e consigliere Andrea Coia. Che ne pensa? “‹
“L’origine di questi provvedimenti è culturale, non commerciale. La priorità è la tutela del patrimonio Unesco: non si tratta di una pianificazione delle attività economiche in senso stretto, che anzi è subordinato al decoro dei siti di pregio. Purtroppo, lo spostamento degli urtisti dalle piazze storiche è stato descritto come un provvedimento volto a colpire una categoria specifica. Sbagliatissimo: i trasferimenti riguardano tutte le categorie ambulanti che insistono nel Centro Storico. È vero che – in questo quadro – per alcuni tipi di licenze ci sono stati iter più brevi rispetto ad altri. I provvedimenti di competenza dipartimentale, nello specifico, sono stati rapidissimi in confronto a quelli municipali. Importante poi l’aspetto dell’equilibrio commerciale fra esercizi in sede fissa e ambulantato. Dalla fotografia del territorio, emerge la necessità di un innalzamento complessivo di livello: le saracinesche dei negozi si stanno abbassando, a fronte di un’impennata delle bancarelle. Se all’inizio del 2010 le attività iscritte alla Camera di Commercio come imprese di commercio ambulante erano in totale 6.900, all’inizio del 2019 sono diventate 11mila”.
Roma Capitale mondiale del turismo. Cosa sta facendo l’amministrazione comunale della sindaca Raggi per attrarre sempre più visitatori e quindi per incrementare l’economia romana?
“Non più visitatori, ma visitatori di qualità. È l’imperativo emerso dal Piano Strategico del Turismo “FUTOUROMA”, che ha visto la partecipazione attiva di tutto il comparto di settore. La Capitale vanta grandi numeri di turisti, noi vogliamo puntare a flussi che abbiano un impatto concreto sull’indotto. Fra le iniziative in essere, sicuramente il focus sul target Cina: abbiamo aperto un canale di promozione sul loro social WeChat, attivato corsi di formazione specifica per i nostri albergatori, creato un sistema di informazioni in lingua che spaziano dalla mobilità alla sicurezza”.
Assessore Cafarotti, sono partite le iscrizioni ai centri di formazione professionale. Cosa ci può dire al riguardo?
”I corsi dei nove Centri di Formazione Professionale di Roma Capitale sono un’occasione importante di completare l’obbligo scolastico preparandosi contemporaneamente al mondo del lavoro. Il tutto, nel quadro complessivo del rilancio delle periferie contro una loro desertificazione: formiamo così anche la piccola imprenditoria di vicinato, nella stessa ottica con cui la finanziamo tramite i bandi diretti alle imprese, come il Made in Roma. Infatti l’offerta formativa è gratuita e permette di conseguire attestati di qualifica professionale nei settori dove la domanda di lavoro è consistente, come ad esempio l’estetica, la promozione, l’informatica, la ristorazione. La formula vincente di questi poli, che stiamo rilanciando a tutto tondo, è il connubio fra istruzione e attività pratiche, cui si alternano tirocini e anche esperienze Erasmus all’estero. I nostri ragazzi sono stati apprezzati in nazioni come la Spagna e la Germania, tanto da ricevere proposte di lavoro direttamente dalle aziende ospitanti. Un bel risultato di cui andiamo fieri.”.