A chiudere l’intensa e partecipata mattinata l’intervento musicale dell’orchestra e del coro di voci bianche “Ludovica e Leonardo Tulli” dell’Istituto Comprensivo Sangallo – Nettuno IV che hanno eseguito i brani “Hinematov”, canto popolare ebraico e “Danny Boy”, canto tradizionale irlandese.
A fare gli onori di casa il Sindaco della Città di Nettuno Alessandro Coppola e l’Assessore alla Cultura Camilla Ludovisi che in apertura di manifestazioni si è rivolta ai ragazzi presenti in Sala Consiliare. “Cari studenti, insegnanti e concittadini – le parole dell’Assessore Ludovisi – Ricordiamo oggi una delle pagine più drammatiche e buie della storia dell’umanità. Lo facciamo nel giorno in cui vennero aperti i cancelli di uno dei più cruenti campi di concentramento, quello di Auschwitz. Come Amministrazione Comunale, ma prima di tutto come uomini e donne che vivono in una società libera e democratica, abbiamo il compito morale di conservare la Memoria degli orrori che sono stati perpetrati nei confronti di donne, uomini e bambini innocenti vittime di violenze, portati via dalle loro case e privati di tutto, finanche della loro dignità. Persone che non avevano nessuna colpa, se non quella di essere “diversi”. Grazie alla memoria dobbiamo tenere a mente che la diversità non è un difetto, un male, ma un valore da apprezzare e coltivare per diventare ogni giorno persone migliori. Non dobbiamo smettere di indignarci di fronte agli orrori della deportazione e non dobbiamo smettere di fare nostri e di trasmettere alle generazioni future quei valori che con l’olocausto si è cercato di annullare, non riuscendoci. Parole come tolleranza, solidarietà e compassione devono essere per tutti noi la bussola che ci guida nel nostro agire quotidiano. Cari studenti, mi rivolgo a voi che sarete gli uomini e le donne che formeranno la società civile negli anni a venire, tendete sempre una mano verso chi vedete in difficoltà, impegnatevi contro l’emarginazione di chi è più debole o appare diverso, collaborate sempre gli uni con gli altri contro le ingiustizie e le diseguaglianze. Solo una società sana, fondata su sani principi, può riuscire nel compito di non ripetere in futuro gli orrori commessi e solo conoscendo il passato, comprendendo quanto sbagliato e ingiusto sia stato quello che è stato fatto nei confronti di minoranze etniche e religiose, ma anche nei confronti di disabili e omossessuali, possiamo continuare a coltivare una cultura di pace, amore e solidarietà. I deportati nei campi di concentramento erano, padri, madri e figli, proprio come tutti noi e dobbiamo fare tesoro delle testimonianze di chi a quelle crude violenze è sopravvissuto. Tenere viva la Memoria, parlandone, significa ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza che deve seguire e significa agire attivamente perché ciò che è stato non ritorni. Il tempo, inesorabile, ci sta portando via i testimoni di quell’orrore. Eroi della memoria come Piero Terracina e Alberto Sed ci hanno lasciato lo scorso anno. E’ nostro compito ascoltare, custodire e trasmettere le parole, i ricordi e le terribili esperienze vissute da chi è sopravvissuto ai campi di sterminio per continuare a trasmetterle affinché la memoria di ciò che è accaduto non si perda mai. I superstiti dei campi di concentramento hanno avuto il merito di iniziare questo percorso di ricostruzione di una verità storica che è nostro compito, invece, continuare a passare di generazione dopo generazione come è nostro dovere custodire la memoria per preservare nel tempo la nostra identità di uomini e donne giusti”.