IL REDDITO DI SOLIDARIETÀ – Il reddito di solidarietà proposto dai consiglieri regionali è un contributo economico che durerebbe fino a 36 mesi e la sua erogazione sarebbe subordinata alla sottoscrizione di un “patto”, tra la Regione Lazio e la donna vittima di violenza, beneficiaria del reddito, con cui questa si impegna a partecipare “a un percorso finalizzato all’acquisizione o alla riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica”. Tra i requisiti per poter ottenere il reddito, i consiglieri proponenti hanno previsto la certificazione delle condizioni di abuso fatta dai servizi sociali del Comune di residenza, o di centri antiviolenza di cui alla legge regionale 4 del 2014. Bisogna inoltre essere disoccupate e allo stesso tempo non aver rifiutato, in assenza di motivi gravi e comprovati, più di due offerte di lavoro proposte dai centri per l’impiego, dai servizi sociali, o da imprese che hanno firmato protocolli con Regione e/o Ministeri. Il reddito non sarebbe utilizzabile per l’acquisto di alcolici, tabacco, sostanze stupefacenti o impiegato in qualsiasi gioco d’azzardo. Le risorse che i tredici consiglieri regionali prevedono per l’attuazione della legge sono pari a 500mila euro.
«AD ARDEA VOGLIONO FARE I CONSIGLIERI REGIONALI» – La consigliera Tarantino chiedeva al Consiglio comunale di Ardea di impegnare la Giunta Savarese a farsi promotrice in Regione “al fine di sollecitare l’analisi e l’approvazione della proposta di legge (…) in tempi brevi”. Ma vista la direzione in cui stava andando il dibattito in aula consiliare il punto è stato ritirato dalla proponente. Curioso, tuttavia, il fatto che la discussione sia stata rimandata a una commissione da tenersi oggi, 27 gennaio. «La maggioranza ha detto no a un ordine del giorno sull’istituzione del reddito di solidarietà per le donne vittime di violenza per una supposta discriminazione di genere», commenta Anna Maria Tarantino. «La maggioranza guidata dal sindaco Mario Savarese e dal prosindaco [sic] Lucio Zito ha fatto due azioni rilevanti dal punto di vista politico – sostiene la consigliera – da una parte ha voltato le spalle alla consigliera regionale M5S Francesca De Vito, che ha firmato la proposta, e dall’altra ha ritenuto opportuno dire che questa amministrazione non vuole fare differenze di genere». Eppure, aggiunge Tarantino, «l’amministrazione Savarese ha pubblicato sul sito comunale, proprio il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che “il Comune di Ardea riconosce l’importanza e la gravità di questo problema”». Per Tarantino la discussione in commissione Servizi alla persona è «assurda», perché «il punto presentato in aula era solo un ordine del giorno per chiedere di poter calendarizzare alla Pisana il tema. Invece, incredibile, ad Ardea vogliono fare i consiglieri regionali e discutere dell’argomento, puntando ad emendarlo. Emendamenti che sono impossibili perché si tratta di una competenza di un ente completamente diverso». «Il progetto di legge – conclude Tarantino – è dedicato alle donne che hanno subito violenza, per ogni genere di violenza».