Le indagini, coordinale dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino, sono scaturite dopo una verifica fiscale a una società di Minturno. Dai primi riscontri è emersa subito “la gestione fraudolenta dell’attività, a partire dalla quasi totale assenza di documentazione contabile fino al conferimento della rappresentanza a un soggetto inesistente”, spiegano le Fiamme gialle, che analizzando le movimentazioni ed effettuando intercettazioni telefoniche, sono riusciti a individuare gli amministratori di fatto della societàun 44enne e un 55enne. I due avevano costituito l’impresa utilizzando beni aziendali spoliati da altra società operante nel medesimo settore e oggetto di una bancarotta fraudolenta, riconducibile agli stessi indagati.
Le indagini hanno dimostrato la continuità operativa aziendale tra le due imprese. Uno degli indagati è risultato essere vicino ad ambienti della criminalità organizzata di stampo camorristico. Il denaro provento della bancarotta era stato riciclato e reimpiegato nella nuova società, giustificandoli contabilmente quali ricavi di vendite al dettaglio, di fatto mai effettuate. Questi proventi venivano artificiosamente annotati sui registri dei corrispettivi per rilevanti importi giornalieri, con la motivazione “mancato funzionamento del registratore di cassa”.