La Testa di Circe torna al Museo Nazionale Romano per poi essere esposta successivamente a Forlì nella mostra internazionale “Ulisse l’arte e il Mito”. Proprio nei giorni scorsi è stato concluso il complesso procedimento che ha portato l’opera ad essere traslocata per una destinazione di qualità ed all’interno di una mostra internazionale che andrà avanti a tutto il mese di giugno 2020 e che verrà inaugurata il prossimo 15 febbraio. L’opera era stata esposta per ben tre anni all’interno della Porta del Parco, i locali sede della Associazione Pro Loco e a cui tanti visitatori del Circeo avevano espresso interesse e gradimento.
La testa, realizzata in marmo greco, di età presumibilmente imperiale, raffigurerebbe Circe. Una ipotesi avallata dalla vicinanza al tempio che sarebbe stato dedicato alla figlia del Sole, anche se – come ricostruito nella ricerca di Valentina Di Prospero – non è detto che le imponenti ville romane non potessero ospitare statue di pregio come questa. La presenza di alcuni fori sulla testa fanno presumere che la figura potesse essere ornata con un diadema, simbolo che caratterizzava nell’iconografia antica la figlia del Sole. Inoltre, una epigrafe antica ad oggi ancora conservata ricorda che nel 213 d.C., sotto Caracalla, ci fu un restauro dell’altare di Circe. La donna che ammalia Ulisse, come ricorda l’Odissea, dopo tanti secoli continua a incantare e la sua effigie è stata esposta a San Felice Circeo, il luogo in cui già secondo Esiodo (VII secolo a.C.) aveva la propria dimora.
La testa, realizzata in marmo greco, di età presumibilmente imperiale, raffigurerebbe Circe. Una ipotesi avallata dalla vicinanza al tempio che sarebbe stato dedicato alla figlia del Sole, anche se – come ricostruito nella ricerca di Valentina Di Prospero – non è detto che le imponenti ville romane non potessero ospitare statue di pregio come questa. La presenza di alcuni fori sulla testa fanno presumere che la figura potesse essere ornata con un diadema, simbolo che caratterizzava nell’iconografia antica la figlia del Sole. Inoltre, una epigrafe antica ad oggi ancora conservata ricorda che nel 213 d.C., sotto Caracalla, ci fu un restauro dell’altare di Circe. La donna che ammalia Ulisse, come ricorda l’Odissea, dopo tanti secoli continua a incantare e la sua effigie è stata esposta a San Felice Circeo, il luogo in cui già secondo Esiodo (VII secolo a.C.) aveva la propria dimora.
14/01/2020