“Come Pd della provincia di Latina, insieme ai consiglieri regionali Forte e La Penna abbiamo fatto richiesta di una presenza della commissione Antimafia a Latina, un’audizione in sede nazionale, perché vogliamo che questo rapporto con la politica sia completamente chiarito”, ha spiegato Moscardelli. “In questa inchiesta le dichiarazioni dei pentiti stanno mettendo a nudo una situazione che noi abbiamo denunciato da tempo: la commissione Antimafia è stata protagonista con la missione del 2014 e con le audizioni del 2016 e 2017 nel dare forza alla reazione dello Stato, che ha portato alle inchieste ‘Don’t touch’, ‘Alba Pontina’ e ‘Arpalo’ dove si è disvelata l’azione di un’associazione, un clan che è un’organizzazione criminale a cui è stato finalmente contestato il metodo mafioso e che ha condizionato la vita politica, economica e sociale della città di Latina”.
“Tutto il rapporto con la politica non è ancora stato reso pubblico – ha tenuto a sottolineare il segretario dem pontino – come testimoniano le dichiarazioni che i pentiti in sede processuale fanno in relazione al supporto, all’impegno e alle attività nei confronti non solo dell’ex deputato di Fdi, Pasquale Maietta ma anche di attuali esponenti politici come il deputato europeo della Lega, Matteo Adinolfi, il senatore di Fdi, Nicola Calandrini, il capogruppo della Lega alla Regione Lazio, Angelo Tripodi”.
Tutti i personaggi tirati in ballo dal pentito hanno già smentito il loro coinvolgimento. Qui le loro dichiarazioni.
“Vogliamo che la magistratura faccia chiarezza, e naturalmente i partiti di riferimento di questi esponenti dovranno pur dire qualcosa rispetto a vicende che sono molto pesanti. Non bastano le smentite di rito – ha concluso – perché sono vicende che riguardano in profondità le ferite che sono state portate alla nostra comunità da questo clan criminale feroce che per un certo periodo ha letteralmente dominato la città”.