Bello il verde e l’ambiente, ma a Pavona di Castel Gandolfo la Giunta Monachesi vuole costruire una nuova e grossa lottizzazione da 120 ettari, ossia grande quanto 240 campi da calcio di serie A. Per farlo, è pronta a dichiarare guerra anche al Mibact, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. Ma ripartiamo dall’inizio. Il comune di Castel Gandolfo cercherà di annacquare almeno una parte del vincolo paesaggistico proposto lo scorso 14 settembre dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo su un’area verde ampia 1400 ettari situata tra i comuni di Marino, Castel Gandolfo ed Albano. E’ quanto ha stabilito ieri, 19 dicembre, il Consiglio municipale: 9 i consiglieri che non gradiscono almeno una parte del vincolo, 3 quelli che vogliono lasciarlo così com’è: Paolo Gasperini, Paolo Belli e Sara Lumaca. A breve, quindi, il municipio invierà le proprie osservazioni al Ministero per tentare di liberare dalle presunte costrizioni ministeriali una estesa area verde situata, in particolare, tra vie di Santa Fumia e Nettunense. A guidare la truppa politica anti-verde, nell’aula consiliare strapiena di cittadini, sono stati la sindaca Milvia Monachesi ed il suo braccio destro, vicesindaco nonché assessore all’Urbanistica Cristiano Bavaro.
BAVARO PARLA DI STRADE, SCUOLE E CASERME
MA DIMENTICA I PALAZZI DEI PRIVATI
“Non intendiamo dire al Ministero – ha sostenuto in aula il vicesindaco, Cristiano Bavaro – che il vincolo non ci piace, che è sbagliato, che non lo condividiamo. Noi diciamo solo: modulate quel vincolo in base a quelle che sono le esigenze del Piano Regolatore e che voi con questo vincolo avete vanificato. In modo tale che, laddove vi era la previsione di nuove infrastrutture, strade ad alta percorribilità (…) scuole, ma anche caserme, non troveremo ostacoli. Tutto ciò era previsto in quella zona di Pavona. Questo vincolo ci impedirebbe di portare a compimento tutte queste operazioni. Pur condividendo i principi fondamentali ed irrinunciabili della salvaguardia dei territori di pregio e rappresentativi del patrimonio culturale e tradizionale – ha tagliato corto – quella parte di territorio è già oggetto di altri nostri progetti. Il vincolo penalizza fortemente lo sviluppo economico del comune di Castel Gandolfo, con presupposti incoerenti rispetto alle previsioni del piano regolatore”. L’assessore Bavaro ha dimenticato di spiegare davanti ai cittadini se, su quella stessa zona, è prevista anche la realizzazione di palazzi e, in tal caso, quale sia il numero preciso degli appartamenti in programma. Tutto ciò, per il momento, resta un mistero. In aula Bavaro ha parlato solo di opere pubbliche.
L’ATTACCO FRONTALE DI BAVARO AL MIBACT
Poi Bavaro ha attaccato frontalmente il Ministero: “Ci troviamo in una situazione paradossale – ha ‘urlato’ – l’Ente più alto in grado, il Ministero, senza ascoltare la Regione e il comune, ha deciso d’emblée di imporre un vincolo ministeriale di inedificabilità assoluta. La proposta di vincolo, qualora fosse confermata, andrebbe a sterilizzare completamente le previsioni del nuovo Piano Regolatore Generale di Castel Gandolfo. E noi, con questo vincolo, rimarremmo senza sviluppo urbanistico”. L’assessore Bavaro si è dimenticato anche di dire che la facoltà di vincolo spetta proprio al Ministero dei Beni Culturali, indipendentemente dalla volontà delle singole Regioni e Comuni, esattamente come previsto dalla legge n.42 del 2004.
LA DIFESA DEL VINCOLO DEL CONSIGLIERE GASPERINI
La proposta della Giunta Monachesi di contrapporsi al vincolo ministeriale – ha sostenuto al contrario Paolo Gasperini, consigliere di minoranza – è ingiustificabile. Come ritengo ingiustificabile anche la contrapposizione al Mibact sulla lottizzazione delle Mole. Portare avanti, oggi, la politica del consumo di territorio è anacronistico. Andava bene negli anni ‘70, ora non più. Andiamo a manifestare con le sardine. Andiamo a manifestare con Greta. Poi però quando la politica deve prendere una decisione per tutelare davvero l’ambiente …non lo sa fare. Gli tremano le gambe, gli manca il coraggio. Le politiche a consumo zero di territorio esistono e sono una realtà anche in comuni non molto distanti dal nostro e basate sul recupero dell’esistente. A recupero delle cubature abbandonate. Mi piacerebbe confrontarmi su questo, con l’assessore Bavaro. E’ sulla prospettiva futura che io sono preoccupato. Perché ho una visione diversa da quella dell’assessore. Io – ha concluso – farei tutt’altro.
CONSIGLIERE NUTILE: “MA QUALE ARCHEOLOGIA?
SOLO FRATTE E SASSI DOVE FARE MORE E CICORIA”
Al limite del grottesco l‘intervento, poco dopo, del consigliere di minoranza Tiziano Nutile, in quota Liberi e Uguali, che ha votato la proposta di osservazioni anti-vincolo insieme alla maggioranza. “Si parla di archeologia, cultura e paesaggio – ha sostenuto con orgoglio Nutile – ho pensato: cavolo, abito nella valle dei Templi e non lo sapevo. Il Ministero, con questo vincolo, sta andando a tutelare fratte e sassi. L’unica cosa buona di quei terreni – ha spiegato Nutile – sono le more e la cicoria. Portateme a vede’ il paesaggistico ‘ndo sta. La cultura ‘ndo sta (…) chi fa sta roba nun ce pensa proprio ar territorio. So tecnici, è gente che esce con la valigetta dell’università, ma la politica è un’artra cosa (…) l’unica problema è che toglierò a mi’ madre il piacere de andà a fa’ le more e la marmellata”.
Le parole di Nutile sono ancor più incomprensibili, almeno da un punto di vista politico, alla luce di quanto dichiarato di recente, a Marino, dal consigliere regionale, Daniele Ognibene. Ognibene, nel corso di una assemblea pubblica promossa dall’amministrazione M5S Colizza, ha pontificato sulla bontà di questo stesso vincolo. E Nutile lavora, in Regione, per la sua segreteria politica. Il questito sorge spontaneo: Nutile e Ognibene non si parlano nonostante lavorino insieme? Speriamo che, presto, ce lo spieghino.