L’Asl avrebbe saputo e avrebbe taciuto. Secondo il gip Giuseppe Cario, che ha ordinato 11 arresti nell’ambito dell’inchiesta denominata “Certificato pazzo”, relativa a un sistema di certificati medici facili per ottenere pensioni, porto d’armi e benefici carcerari in cambio di denaro, la locale Azienda sanitaria sarebbe stata cosciente di quanto stava accadendo, ma non avrebbe mosso un dito fino all’intervento dei carabinieri del Nas di Latina. Quanto avvenuto nello studio del medico Antonio Francesco Maria Quadrino, psichiatra in servizio presso il Centro di salute mentale di Fondi, immortalato dalle telecamere nascoste piazzate dagli investigatori, per il giudice Cario si sarebbe verificato “nel totale disinteresse della sanità pubblica, che al medico ha consentito l’apertura di ben 153 cartelle cliniche, 51 per invalidità e 102 per porto d’arma, i cui pazienti hanno violato ogni regola di accesso al sistema sanitario pubblico”. Ancora: “Sarebbe richiesta una raccolta di dati e poi la redazione di una scheda per ciascun paziente da parte del Centro di salute mentale. E invece no, gli interessati vanno direttamente da lui, e basta, va bene così. E l’amministrazione lo sa, perché il dato delle cartelle cliniche in violazione delle procedure lo fornisce ai carabinieri la stessa sanità pubblica”. Condotte che hanno consentito anche di mettere ai domiciliari un pregiudicato del calibro del fondano Massimiliano Del Vecchio e libertà di movimento a uno spacciatore come Tommaso Rotunno. Senza contare i rischi a cui è stata esposta la collettività, per la facilità con cui venivano rilasciati certificati utili a far ottenere a quanti si rivolgevano al medico di Fondi il porto d’armi: “Immaginabili le possibili conseguenze di chi porta una pistola, un fucile, senza quella valutazione psichica richiesta per legge”. Un giro d’affari in cui, visto quanto emerge dalle indagini, i principali indagati non si sarebbero fatti scrupoli. Emblematica in tal senso una conversazione filmata tra Quadrino e l’avvocato Stefania Di Biagio. Quadrino: “Io volevo sapere cosa ti devo scrivere, tu me lo devi dire, cioè tu mi chiedi e io opero, capito?”. E sempre Quadrino: “Se vuoi mettere una, un ritardo mentale, un’insufficienza, dimmi tu, quello che ti serve a te”. Bastava pagare e veniva certificata qualsiasi patologia.
12/12/2019