È una storia che fa quasi commuovere quella che arriva da Latina e che vede come protagonista un commercialista di nome Sergio Ciccarelli. Un po’ per gioco, un po’ per caso, ha inviato il suo cd al fan club di Tiziano Ferro e allo studio del papà Sergio Ferro che conosce da tempo, senza di certo aspettarsi nulla in cambio. Finché non ha ricevuto una mail inaspettata. Era proprio Tiziano Ferro che, colpito dalla musica di una della sue canzoni, chiedeva di discuterne insieme per trovare il modo di adattarla. Così, dopo una serie di corrispondenze Los Angeles – Latina e alcune telefonate, il commercialista Sergio Ciccarelli ha incontrato il cantante di Xdono a Milano e ne è uscito un brano presente nell’ultimo album di Tiziano Ferro: “Il destino di chi visse per amare”. La musica è stata composta in collaborazione tra Sergio e Tiziano ed il testo è integralmente di Tiziano. Ma per Sergio tutto questo vuol dire molto, soprattutto perché prima di essere commercialista è musicista e cantante. Nonostante la sua passione, aveva da un po’ accantonato il desiderio di essere riconosciuto e diventare “famoso” anche a causa delle porte in faccia prese quando durante i vari provini gli veniva detto che il fatto che fosse un disabile su una sedia a rotelle era ostativo alla partecipazione in televisione, perché avrebbero potuto accusare i programmi di fare audience puntando a dare visibilità ad una disabilità. «Proprio quando ci avevo rinunciato – racconta Sergio al Caffè – pensando che in fondo sono un uomo felice, la mia strada l’ho fatta e mi ritengo soddisfatto di tutto quello che ho costruito, è arrivata l’opportunità che non mi aspettavo che apre ad un futuro che mi piace definire intrigante. E anche se non ci sarà, resterà un bellissimo ricordo di questa esperienza». Sergio racconta che non conosceva Tiziano Ferro, se non tramite qualche incontro in città da bambino a Latina come tutti i suoi concittadini. «Apparteniamo a due generazioni diverse, lui è degli anni ’80 e io degli anni ’60 e abbiamo un genere musicale diverso. Io suono in un gruppo di quartetto che si chiama “I cantautorando” e ci divertiamo a rivisitare i cantautori italiani come De Gregori, Dalla, Vecchioni e anche il rock degli anni ’70. Ma un giorno mi sono detto: perché no? E ci ho provato. Ho inviato i miei lavori e ne è nata una collaborazione. Abbiamo stabilito di lavorare sul pezzo modificando alcune parti. Firmare la musica di una sua canzone è un’emozione ed una soddisfazione grandissima. A una certa età ci si emoziona poco, se non per un bambino piccolo o un animale che soffre, ma poi ci sono eventi come questi che non capitano tutti i giorni e non capitano a tutti. In 42 anni che faccio musica ho trovato l’unica persona che mi ha dato uno spazio enorme e una grande possibilità, andando oltre le apparenze».
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