Una settimana fa Torrevecchia cambiava la sua toponomastica, modificando Largo e via Arturo Donaggio in Largo Nella Mortara e via Mario Carrara per sostituire i nomi dei firmatari del “Manifesto della razza” con quelli delle vittime del razzismo e del regime fascista, inaugurate alla presenza della sindaca Raggi e del minisindaco del Municipio XIV Campagna. Appena 5 giorni dopo spruzzi di vernice nera hanno cancellato in parte il bianco marmoreo delle targhe ed i nomi vergati, proprio vicino alle telecamere di sorveglianza. “I vigliacchi imbrattano, noi ripuliamo. Perché il nostro messaggio, oggi come ieri, è chiaro: noi non ci pieghiamo. – così ha commentato la prima cittadina della Capitale su Facebook ed anche con un tweet, postando la foto del gesto vandalico il 27 novembre – Questa notte alcuni codardi hanno “ªimbrattato nel Municipio XIV le targhe delle strade di Roma intitolate la scorsa settimana a chi ha combattuto contro fascismo e razzismo, e che prima erano dedicate ai firmatari del Manifesto della razza”.
Una scelta
Quella dei nomi delle strade, partecipata con i giovani delle scuole, come ha ricordato la sindaca: “Sono certa che i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato alla scelta dei nuovi intestatari delle strade trarranno giovamento da questo percorso impegnandosi per i valori di umanità e solidarietà contrapposti alle manifestazioni di odio, sopraffazione, razzismo e antisemitismo che purtroppo ancora sussistono”.
Un gesto vile
Da stigmatizzare per Donatella Iorio, presidente della Commissione Capitolina Urbanistica: “Solo venerdì scorso si era cambiato nome a queste strade sostituendo i nomi dei firmatari del Manifesto della Razza, base pseudo-scientifica con cui il fascismo giustificò le ignobili leggi razziali del 1938, con quelli di scienziati che hanno combattuto o subìto le persecuzioni e le violenze del fascismo e del nazismo. Cambiare nomi alle strade è stato un atto eccezionale che con questo gesto si vuole calpestare. Se una cosa dobbiamo imparare da chi ha sacrificato se stesso per noi è non far finta di niente, non girarci dall’altra parte, mostrare il nostro sdegno davanti a questi gesti infami.”. In un tweet Nicola Zingaretti denuncia “L’ennesimo atto vile e infamante di fascisti senza onore che agiscono nell’ombra. Non smetteremo mai di combattervi, mai”. Il pomeriggio stesso del 27 novembre le squadre del Dipartimento Decoro Urbano hanno rimosso prontamente la vernice e ripulito le targhe, mentre – sottolinea la sindaca – il commissariato di Polizia di Primavalle ha subito aperto un’indagine. Un atto vandalico di giovani annoiati, un gesto di protesta da parte dell’estrema destra o semplicemente di rimostranza di alcuni residenti contrari al cambio della toponomastica?
Tutte le ipotesi
Sono aperte e sui social si scatenano i commenti e le congetture. Secondo Julian Colabello, presidente della Commissione Trasparenza del Municipio XIV, bisogna “capire se possa essere stato per coprire le telecamere ivi presenti per quanto non credo. Circa gli autori se non sono ladri sono probabilmente tra i residenti che hanno protestato per i disagi conseguenti al cambio di nome delle strade, ma è solo un ipotesi.”. Ipotesi accreditata in qualcuno dei tanti commenti dell’ignobile gesto sul profilo della sindaca su Facebook: “è comunque un atto vandalico mirato, però mi chiedo perchè sono state tolte le targhe esistenti e messe queste che hanno creato un disagio ai residenti che si trovano costretti a rifare tutti i documenti nuovi.”, scrive Giuseppe Donadei. “Speriamo che tutti gli abitanti proteggano queste targhe dai vandali. Ognuno deve sentirsi custode di quelle targhe. – così in un post, Luciana Mirtella – Custodiamo la memoria storica affinché ognuno si senta in dovere di prendere le distanze da atrocità inumane. Provo grande vergogna nei confronti dei sopravvissuti alla Shoah che hanno presenziato pochi giorni fa al cambio di targa.”. Un atto di inciviltà anche per il capogruppo municipale della lista civica Marino, Andrea Montanari: “A mio avviso la catastrofe del fascismo si deve studiare a scuola. Magari bastasse cambiare le targhe per Roma”.