«Purtroppo quella mattina, anche se mio padre guidava la macchina ad una velocità ridotta di 70 km/h utilizzando la corsia di destra della Pontina, all’altezza del campo nomadi di Castel Romano abbiamo rischiato la nostra salute. Un sasso, non di piccole dimensioni, veniva scagliato dall’interno del campo nomadi contro il nostro veicolo, colpendo e rompendo il parabrezza. Poco più avanti c’erano anche le pattuglie della Polizia locale che stavano facendo operazioni di bonifica, ci siamo fermati, gli abbiamo fatto presente l’accaduto, hanno preso i documenti, hanno fatto foto al parabrezza e ci hanno detto che quando tornavano al comando avrebbero fatto un verbale di constatazione, di più non potevano fare».
«Non accetto che dei nomadi si comportino, nei confronti di chi li ha gentilmente ospitati e salvati, in questo modo», spiega il 37enne precisando di non essere né intollerante, né razzista. «Chiunque sia stato a lanciare quel sasso, giovane o adulto, spero che un giorno si renda conto di aver commesso un gravissimo errore, se ne penta e mi auguro si impegni a fare qualcosa di pacifico, saggio ed importante per farsi perdonare». Infine, la richiesta: «Smantellate urgentemente il campo nomadi di Castel Romano».