Le nuove immagini che qui pubblichiamo mostrano non più soltanto almeno due gigantesche vasche piene di rifiuti con veri e propri stagni d’acqua sulla sommità. E questo non dovrebbe verificarsi. Perché invece accade? Chi controlla?
ACQUITRINIO A 9 MT DAL SUOLO: È GONFIA DI PERCOLATI ANCHE SOTTO?
Non finisce qui. A stupire ancor più è il fatto che il pestilenziale stagno ben visibile sul 6° invaso non si trova in una pozza o in avvallamento. Cioè l’acqua non arriva lì perché c’è un dislivello verso il basso. No. Quel liquido si trova a circa 9 metri di altezza. Questo è in fatti il livello della collina di rifiuti indicato dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico nel 2009, quando rilevarono una anomala sopraelevazione del 6° invaso. Cioè uno strato aggiuntivo di 9 metri di rifiuti in più rispetto a quanto previsto, dichiarato e autorizzato, ammucchiati là sopra. L’acquitrinio superficiale significa che anche sotto l’immondezzaio è saturo di liquidi? E dove vanno a finire? Che ne sarà del suolo e delle riserve idriche?
INTERO SITO FUORI CONTROLLO?
Il 7° invaso è ancora aperto, esposto agli agenti atmosferici. È fermo da quando il 30 giugno un terribile incendio ha devastato l’impianto Tmb ad esso adiacente, la fabbrica di balle da bruciare negli inceneritori e scarti da smaltire in discarica. Le immagini che pubblica qui Il Caffè, per la prima volta suggeriscono che però potrebbe esserci un problema strutturale all’intero sito, che si articola in 7 invasi. Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi. Dovrebbero essere gli Enti di controllo ad appurare cosa sia accaduto, cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere ancora se gli invasi continuano a imbarcare acqua e tale acqua non viene adeguatamente raccolta, drenata e trattata in appositi centri di trattamento dei percolati. Attività che per legge deve essere documentata in appositi registri di carico e scarico, con tanto di fatture contabili. Da quello che riferiscono alcuni residenti presso l’ecomostro, non si vedono più quelle autocisterne che andavano e venivano per spillare i percolati e portarli via. Cosa che ad esempio si è verificata anche sulle falde idriche di Carano, con l’ex discarica comunale di Velletri in contrada Lazzaria, anch’essa mai realmente messa in sicurezza (con il capping, cioè la copertura a tenuta stagna) né bonificata. A parte un tentativo di far risultare che tutto ciò fosse stato fatto, con tanto di relazione tecnica, timbri e firme. E con la benedizione della solita Regione Lazio che ci ha pure messo i soldi!Bufala politico-burocratica poi sbugiardata dal nostro giornale e finita al Consiglio comunale veliterno.
COME TRATTANO I PERCOLATI?
I camion per il prelievo e trasporto dei percolati a Roncigliano – da quel che riferisce la gente del posto – non si vedono più da dopo l’incendio del giugno 2016. Chiediamo ovviamente al gestore della discarica se è così o se magari può documentare il contrario. Questo farebbe sentire tutti più tranquilli. Intanto, un agguerrito gruppo di una ventina di cittadini del posto ha chiesto ai propri avvocati di preparare una diffida amministrativa nei confronti della dirigente regionale dell’Area rifiuti. Non solo, stanno preparando anche una denuncia penale sulla vicenda, che intendono presentare alle Procure della Repubblica di Roma e di Velletri. c’è poi l’invaso zero dimenticato: realizzato senza nemmeno uno straccio di membrana tra la nuda terra e l’immondizia. E Dio solo sa cosa possano aver sversato là, a cominciare dal 1979. Queste e altre immagini sono a disposizione della Magistratura, della Regione Lazio, dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, dei Comuni di Albano nel cui territorio sorge il sito, dei Comuni di Ardea, Pomezia e Aprilia che sono attaccati al sito stesso. Ma pure della Asl, della Città Metropolitana e di qualunque altra istituzione e organismo che ritenga di potere e voler ancora esercitare funzione di controllo e verifica a tutela dell’ambiente, della salute pubblica e della legalità. Gli unici che sembrano averle prese in considerazione sembrano finora i cittadini.
PS: Per chi copia notizie e foto: citare la fonte porta bene e aiuta la salute