Assolto con formula piena Riccardo Pasini. Tornata a pronunciarsi su quello che gli inquirenti avevano ritenuto essere l’informatore che faceva arrivare al clan Di Silvio-Travali soffiate sulle indagini in corso, nell’ambito dell’inchiesta Don’t touch, la Corte d’Appello di Roma ha disposto per l’imputato l’assoluzione perché il fatto non sussiste. Quando quattro anni fa scattò il blitz della squadra mobile, Pasini fu tra gli indagati finiti in arresto. Secondo gli inquirenti, nell’organizzazione criminale messa in piedi da Costantino Cha Cha Di Silvio, impegnata a Latina nelle estorsioni, nell’usura, nello spaccio di droga e in una serie di investimenti fatti ricorrendo a prestanome, un ruolo importante era stato svolto sia dallo stesso Pasini che da Carlo Ninnolino, investigatore della Mobile. Per l’accusa, infatti, Ninnolino avrebbe fornito informazioni sulle indagini a Pasini, che a sua volta le riferiva al clan. Già in appello, però, il presunto informatore era stato assolto dall’accusa di essere parte dell’associazione per delinquere e ed aveva ottenuto una riduzione della pena a due anni di reclusione. Pasini, difeso dall’avvocato Gaetano Marino, ha fatto ricorso in Cassazione, essendo nel frattempo anche stato assolto in via definitiva Ninnolino. Gli ermellini hanno quindi accolto il ricorso e disposto un nuovo processo d’appello. E, come previsto, ora dalla III sezione della Corte d’Appello di Roma è arrivata l’assoluzione piena per Pasini. Un’assoluzione chiesta alla fine dallo stesso procuratore generale. Sono serviti ben quattro anni, ma alla fine la completa innocenza di Pasini è emersa.
22/11/2019