DA NORD A SUD, UN COMPARTO CHE NON SORRIDE
«Gli eventi climatici che si ripetono da anni hanno effetti traumatici sulle nostre campagne – spiega il presidente della Coldiretti di Latina Carlo Crocetti –. Le abbondanti piogge dell’autunno caldo, quest’ultimo ancora di più rispetto ai precedenti, condannano le colture a campo aperto e in serra per via degli allagamenti». Interi campi di carote, insalata, rape, zucchine sommerse: danni ingenti. «Va detto poi che anche su altre colture, fiore all’occhiello del territorio, esistono problematiche contingenti, come per le castagne dei Lepini colpite da un batterio. Per il kiwi verde invece la produzione risente dei fenomeni dei mesi passati».
IL DRAMMA NEL TRIANGOLO D’ORO DELL’AGRICOLTURA PONTINA
Per il terzo novembre consecutivo i terreni compresi tra Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina vanno sott’acqua. Significativo il caso dell’azienda Stirpe di Molella che ha perso, come l’anno scorso, l’intero raccolto di carote per decine di migliaia di euro. «L’acqua che finisce sul mio campo arriva da appezzamenti limitrofi e la questione va affrontata in maniera strutturata. Per l’anno prossimo sposterò la coltivazione altrove», spiega Christian Stirpe. Migliaia di euro di danni anche per Antonio Villafranca che si è visto trascinare via dalle serre le piantine di cavoli rapa. «Avrei dovuto raccogliere tra qualche settimana ma sono costretto a ritardare la consegna. Dovrò iniziare d’accapo il processo la coltura». Alcuni agricoltori di Terracina stimano danni alla propria produzione per oltre 300mila euro nell’ultimo triennio.
MENO PRODOTTI, PREZZI IN SALITA PER I CONSUMATORI
Da una indagine condotta con alcune cooperative del territorio, è emersa l’impennata sistematica dei prezzi a seguito dei disastrosi fenomeni metereologici. Se nei giorni addietro la quotazione dell’insalata in cooperativa si attestava intorno ai 50 centesimi al chilo – a novembre 2014 e 2015 tra i 40 e i 45 centesimi –, sulla base delle quotazioni degli anni precedenti, tra qualche settimana sfioreranno gli 80 centesimi. Incrementi che per la vendita al dettaglio significano prezzi anche raddoppiati: da un 1,20 euro al chilo – prezzo al supermercato fino alla settimana scorsa – ci vorranno più di 2 euro per un chilo di lattuga. Dinamiche similari anche per le carote, oggi quotate in cooperativa 30 centesimi, e le zucchine comprese tra 1,50 e 1,60 al chilo.
RIMEDI ADOTTATI, INTERVENTI INVOCATI E GLI OBBLIGHI NORMATIVI
«Spostare la produzione da novembre ai mesi successivi è possibile solo in alcuni casi – dice Crocetti –, per il grano si è rilevata una soluzione efficace tanto che l’anno scorso qualcuno ha seminato a febbraio senza ripercussioni; per gli ortaggi però diventa impossibile». Non resta che concentrarsi sui rimedi strutturali del territorio. L’attenzione si sposta sugli invasi, ovvero su quei canali scavati un secolo fa. Un sistema che oggi mostra criticità «soprattutto dove l’impermeabilizzazione del territorio è accentuata per il processo di serrificazione come nella parte meridionale della provincia. L’installazione delle strutture, insieme a fenomeni climatici nuovi per il territorio, impongono una riflessione». Considerando il processo produttivo acquisito ed incontrovertibile, l’attenzione, la cura dei canali (da potenziare e ripensare) e l’installazione di vasche di recupero per l’acqua piovana – peraltro prevista dalla normativa vigente –, diventano provvedimenti ineludibili per la salvaguardia del territorio, della sua economia, per l’incolumità dei suoi abitanti.