Il romanzo, infatti, tra i molteplici argomenti legati al percorso nascita, porta nel mondo della narrativa la realtà della “violenza ostetrica”, secondo la definizione ufficiale dell’Organizzazione mondiale della sanità. Vale a dire tutte quelle pratiche scorrette, inutili e dannose e le mancanze di rispetto che le donne subiscono durante la gravidanza e il parto. Situazioni che si verificano, molto più di quel che si dica e si immagini. Ferma restando la presenza di un esercito di professionisti e operatori competenti e amorevoli.
Irene Raparelli, volontaria de La Goccia Magica OdV, ente promotore dell’evento, e moglie dell’autore ha introdotto con emozione l’incontro testimoniando una lunga e complessa gestazione del manoscritto durata ben tre anni. Molto partecipi le rappresentanti dell’Amministrazione comunale presenti Paola Tiberi (vicesindaco e Assessore alla Cultura) e Barbara Cerro (Assessore alle Politiche Sociali). “Non è affatto semplice parlare della violenza ostetrica, Marcello è riuscito a farlo in modo gentile” ha detto Michela Cericco, presidente de La Goccia Magica OdV. La Cericco ha raccontato il percorso della loro organizzazione di volontariato, nata per il sostegno alle donne che allattano ed oggi veicolo attivo e propositivo dentro le istituzioni. Ha anche parlato di #bastatacere, la campagna social che ha squarciato il velo di omertà sulla violenza ostetrica in Italia, direttamente attraverso le voci delle donne anche dei loro partner. Una problematica di portata sconcertante, seppur spesso socialmente accettata perché non riconosciuta, recentemente codificata come violenza di genere dal Consiglio d’Europa. Molto interesse ha destato l’intervento della dottoressa Carla Oliva. La storica ostetrica dell’Asl dei Castelli Romani ha posto l’accento sulla spaccatura tra fisiologia e medicalizzazione, cioè tra quello che la donna è per natura e come invece trattata nel percorso nascita tra medicine, valanga di esami, spauracchi e pratiche superflue. “Il messaggio che “Il tessuto bianco” cerca di passare – ha spiegato l’autore – è relativo alla responsabilità individuale nella scelta del proprio percorso di vita: nel lavoro, nelle relazioni, nel percorso di trasformazione che porta alla nascita. L’invito è a porsi delle domande, a colmare le asimmetrie informative, a valutare il peso della delega delle proprie scelte”. A conclusione dell’evento gli attori Ombretta Ciccarelli e Angelo Pelagalli hanno interpretato alcuni passi del libro, con trasporto, lasciando ai presenti la curiosità di leggere oltre.