È stato eseguito il sequestro preventivo dell’ingente patrimonio – costituito da imprese commerciali, beni immobili e disponibilità finanziarie – riconducibile a Sergio Gangemi, 45 anni di Reggio Calabria, operante principalmente nel settore dell’edilizia, immobiliare e del commercio di prodotti elettronici. Il provvedimento, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma ed eseguito dalla Guardia di Finanza in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
I beni sottoposti a vincolo (53 immobili, tra appartamenti e terreni, un edificio industriale, cinque auto e una imbarcazione, conti correnti, quote societarie e l’intero patrimonio aziendale di 10 società) nelle province di Roma, Milano, Reggio Calabria e Latina, sono risultati, a vario titolo, nella disponibilità del 45enne, da anni residente ad Aprilia e gravato, a partire dagli anni ‘90, da numerosi precedenti penali e sentenze definitive di condanna per reati contro il patrimonio, di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale.
“Le attività investigative condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Latina hanno consentito di accertare il rilevante spessore criminale del soggetto – si legge in una nota della Guardia di Finanza – identificandolo quale appartenente a una famiglia vicina a note cosche malavitose facenti parte dell’organizzazione criminale calabrese della ‘ndrangheta, nonché la sua raffinata e pervicace capacità delinquenziale, testimoniata dalle attività di riciclaggio dei capitali illeciti dallo stesso poste in essere mediante la creazione di numerose società, anche all’estero, intestate a prestanomi”.
Gli approfondimenti patrimoniali, condotti con il continuo supporto operativo del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno permesso, mediante l’interrogazione massiva delle banche dati in uso al Corpo, l’esame di copiosa documentazione bancaria e lo sviluppo di segnalazioni per operazioni sospette di elaborare schede globali molecola afferenti l’accumulazione illecita di un ingente patrimonio. Il 45enne, infatti, poteva disporre, direttamente o indirettamente, di un compendio di beni il cui valore è risultato decisamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Le tesi investigative avrebbero trovato pieno riscontro nelle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia “i quali confermavano che Sergio Gangemi, al fine di tenere sotto traccia i propri affari, si avvaleva di prestanomi incensurati apparentemente operanti nella legalità”.
Sergio Gangemi nel 2018 è stato tratto in arresto, insieme al fratello e ad altri due soggetti, in quanto ritenuto responsabile di tentato omicidio (commesso ai danni di due imprenditori romani con l’utilizzo di bombe a mano e fucili automatici tipo kalashnikov), estorsione e usura, reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
I finanzieri parlano di “qualificata e permanente pericolosità sociale”, riferita a Gangemi, “che si è manifestata con gravi episodi delittuosi commessi anche nel periodo in cui il medesimo era sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale”.