A occuparsi di un rilevamento delle barriere architettoniche presenti a Pomezia e Torvaianica, per conto dell’associazione Luca Coscioni – «rilevamento per forza di cose selettivo», precisa – è stato l’architetto Paolo Moscogiuri. «Mi sono limitato alle tipologie più impattanti per l’impedimento alla mobilità, per la creazione del disagio e per la creazione o mancata segnalazione del pericolo, per chiunque», spiega l’architetto. «E così abbiamo degli esempi di: errata segnalazione del pericolo, specialmente per gli ipovedenti e non vedenti, in via Ovidio; creazione di pericolo e disagio, in via columella, via del Mare, via Ovidio, lungomare delle Sirene, largo Goffredo Mameli; impedimento al passaggio, in via Roma, via del Mare, via Cavour/ via Mazzini», ha spiegato l’architetto.
A conclusione è intervenuto Giuseppe Di Bella, consigliere generale dell’associazione Luca Coscioni e membro di Pomezia Senza Barriere. «Fin dalla scorsa campagna elettorale abbiamo avviato un’azione politica per raggiungere l’obiettivo del Peba, predisponendo un impegno che fissava delle scadenze precise per la sua realizzazione e che tutti i candidati sindaco compreso il sindaco Zuccalà hanno firmato», ha spiegato Di Bella. «Abbiamo tentato in tutti i modi di dialogare con l’amministrazione, ma la base per questo dialogo non poteva che essere quell’impegno. Si trattava di garantire tempi certi per il Peba e di rispettare i diritti dei cittadini che per primi sono condizionati nella mobilità e nell’autonomia. Non avendo ricevuto risposte, abbiamo deciso di agire, in ultima istanza, per via giudiziaria con il ricorso per condotta discriminatoria verso tutte le persone specialmente quelle con maggiore fragilità».