Ancora problemi di una certa rilevanza nel carcere di Velletri dove l’altro ieri, in una sezione con 52 detenuti e un solo agente di servizio, è stato trovato un micro telefonino in una cella di un cittadino italiano di giovane età e anche delle dosi di marjiuana in altre celle tramite i cani antidroga della polizia penitenziaria. Lo ha reso noto dal sindacato Sippe.
Oggi i dirigenti sindacali di questa sigla rendono invece nota la notizia di un altra aggressione ai danni di una agente della polizia penitenziaria del carcere di Viterbo esprimendo solidarietà al collega. Nella tarda mattinata di ieri un detenuto Italiano di 32 anni in carcere per una condanna di 15 anni per omicidio, ha aggredito gratuitamente un’Agente di Polizia Penitenziaria perché richiamato a rispettare le regole del penitenziario. A darne notizia sono i sindacalisti del Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Antonio Muzi e Felce Maffettone che da anni denunciano le criticità del penitenziario. «Siamo preoccupati – commentano i due sindacalisti – i casi di aggressione verso gli operatori penitenziari cominciano a diventare sempre più frequenti. Occorre che le Istituzioni, anziché’ di preoccuparsi a fare mettere il numero identificativo sul casco e sulla divisa dei Poliziotti, introducessero il reato di tortura per chi maltratta o aggredisce un Poliziotto. Dopo l’apertura delle celle – continuano i sindacalisti – per consentire ai detenuti di recarsi nel cortile passeggi per fruire dell’ora d’aria, il detenuto in questione, anziché attenersi al regolamento, prendeva l’iniziativa – con aria arrogante e prepotente – di gironzolare nella sezione detentiva senza nessuna autorizzazione. Nel momento in cui, il detenuto veniva richiamato dall’ Agente, ed invitato a recarsi nel cortile passeggi, Il detenuto, senza esitare gli si scagliava contro procurandogli un trauma cranico. Come sindacato Sippe – dicono Carmine Olanda e Ciro Borrelli, dirigenti sindacali al carcere di Velletri e Muzi e Maffettone di Viterbo – riteniamo che i detenuti che manifestano di avere problemi di natura psichiatrica, devono essere gestiti in luoghi adatti e diversi dal carcere comune e soprattutto gestiti da personale formato e specializzato per questa tipologia di detenuti. Auspichiamo che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, non si limiti solo a fare il suo semplice sorrisino, alle parole devono seguire i fatti al fine di garantire agli Agenti di Polizia Penitenziari più Tutela e di conseguenza più Autorità d’intervento, cosa che oggi questo governo non sta minimamente preoccupandosi a fare. Con l’occasione esprimiamo massima solidarietà al collega aggredito, augurandogli una pronta guarigione” . A Velletri il Sippe chiede l’immediato invio di personale. “In quanto già da tempo si è sotto organico di circa 60 unità, ora basta, è ora di intervenire – tuona Carmine Olanda, e inoltre chiederemo al ministro, che si facciano leggi severe che puniscano gravemente chi detiene droga, telefoni e soprattutto per chi aggredisce i poliziotti penitenziari, mentre oggi le normative prevedono solo azioni disclipinari e non penali in molti di questi casi” .